“Amate anche i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano”

Don Roberto, il più piccolo dei sette fratelli della mia famiglia, da vent’anni fa il parroco a Chirignago. Non ci assomigliamo molto, perché quanto io sono solitario ed introverso, tanto lui è vivace e aperto. L’unico denominatore comune è forse l’impegno, il darci senza misura, il dire pane al pane e non accettare compromessi con la nostra coscienza per la carriera.

Io ammiro e invidio alcune doti che credo don Roberto abbia in abbondanza e di cui invece io scarseggio. Non mi lamento però e mi accetto come sono, compresi i miei limiti, perché sono convinto che “il Signore ha fatto bene ogni cosa” e che il colore e la forma dei miliardi di tessere delle quali è composta l’umanità sono creati per far emergere il meraviglioso disegno di Dio, per cui è bene che ognuno si accetti com’è ed esprima al meglio le sue qualità, certo che esse sono importanti quanto le qualità degli altri, per realizzare una società serena e propositiva.

Don Roberto parla molto bene e scrive ancor meglio, ha una straordinaria capacità di essere conciso, immediato e concreto, per cui si legge molto volentieri e con molto interesse quanto scrive. “Gente Veneta”, il settimanale della diocesi, quando è a corto di commentatori del Vangelo della domenica, ricorre molto volentieri a lui. Io lo leggo spesso e sono edificato dai commenti di mio fratello.

Qualche settimana fa sono stato colpito da una “confidenza” che egli ha riportato sul giornale, in merito al monito di Gesù: “Ma io vi dico: amate anche i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano”.

Don Roberto scrive:
«Andavo a trovare il vecchio Patriarca Marco già in pensione, alcuni anni fa. Per strada avevo trovato un parrocchiano che con la Caritas parrocchiale avevamo aiutato con tantissimo denaro perché non perdesse la casa. E, lo confesso, avevo sperato che per gratitudine avrebbe ricominciato a frequentare la Chiesa. Niente. Il Patriarca, a cui dicevo la mia rabbia, mi rispose con una sapienza che ancora mi risuona nelle orecchie: noi dobbiamo solo fare come il Padre che manda il suo sole per i giusti e per gli ingiusti, e con la pioggia fa altrettanto. Il resto non è più affar nostro. Aveva ragione. Ragionava come Gesù».

Le parole del vecchio Patriarca hanno aiutato anche me, che dovrei essere più saggio e più santo di mio fratello perché sono più vecchio di vent’anni; quelle sagge e sante parole m’hanno aiutato a perdonare, compatire e pregare per una mia coinquilina del “don Vecchi” la quale, pur dovendo sapere quanti sacrifici m’è costata questa struttura, qualche tempo fa, in occasione della visita e “benedizione delle case” del don Vecchi, mi ha rifiutato. Ora, ogni sera, c’è una preghiera anche per chi m’ha “sbattuto la porta in faccia”.

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