L’esempio di vita di Lucia

Mia sorella Lucia, la caposala in pensione dell’oculistica del nostro ospedale, è partita in questi giorni, per la centottesima missione in Kenia.

Una trentina di anni fa Lucia aveva accompagnato il prof. Giovanni Rama nella sua avventura africana. Mia sorella era partita con l’équipe della sua divisione oculistica per andare ad offrire ad un piccolo ospedale sperduto nella savana e diretto da un medico “gentleman all’inglese” la prestigiosa capacità professionale del professor Rama.

L’Africa ha letteralmente sedotto mia sorella, tanto ch’ella ha sposato con un “solido matrimonio” i problemi e i drammi di quella povera gente affamata e disperata.

Lucia è ritornata parecchie volte con Rama, poi con altri medici mestrini e dell’alta Italia, poi s’è messa in proprio fondando un’associazione, coinvolgendo la nostra città e portando ogni anno soldi e cuore a quella povera gente bisognosa di tutto.

Quando parlo o scrivo di Lucia, dicendo della missione che s’è scelta, tanti pensano che ella sia una suora. No, Lucia è ormai una vecchia “ragazza” che non s’è sposata perché innamorata della povera gente di quella stazione missionaria e di quell’ospedale immerso nella terra brulla ed assolata del centro Africa.

Se penso a quelle tante donne che conosco, che tirano dietro a qualche “mammalucco” inconsistente il loro cuore e la loro femminilità, o peggio vivono per vestirsi, o per pettegolare, concludo che Lucia ha ragione! E’ assurdo vivere per nulla o per qualcosa di fatuo e di inconsistente; la vita è troppo bella e troppo preziosa per buttarla via per nulla. Agli uomini e alle donne della nostra società vorrei gridare: «Cercatevi un ideale, un motivo umano per cui vivere; non trovatevi vecchi e soli con l’amara delusione di non aver fatto felice nessuno o di essere vissuti per banalità che non meritano neppure un respiro della nostra vita!».

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