Qualche anno fa, durante una degenza in ospedale, ascoltando Radio radicale, mi è capitato di sentire l’infinita lettura delle denominazioni dei vari ordini religiosi maschili e femminili che operano in Italia. Il numero sembrava pressoché infinito, anche perché lo “speaker” leggeva la denominazione prima in latino e poi in italiano. La strana iniziativa di Radio radicale era un’ennesima espressione di un anticlericalismo viscerale congenito a suddetto partito, che voleva dimostrare che lo Stato italiano esentava da certe tasse un numero spropositato di enti religiosi.
Quell’ascolto mi pose il problema del perché di questa proliferazione spropositata di congregazioni religiose, che appare, di primo acchito, irrazionale. La risposta che mi sono dato è che, quando una personalità di un certo spicco si propone di realizzare un progetto che gli appare valido, ha bisogno di collaboratori da “assoldare a poco prezzo” e quindi fonda un ordine religioso. Non potrei altrimenti giustificare questa marea di ordini religiosi, spesso esangui e di poca consistenza.
Capitò anche a me una strana proposta fattami dal patriarca Lucani il quale, vedendo le numerose iniziative a livello caritativo che tentavo di portare avanti, un giorno mi disse: «Perché, don Armando, non fondi una congregazione religiosa per queste iniziative?» Il vecchio Patriarca si rifaceva all’esperienza dell’ottocento, secolo in cui le congregazioni religiose spuntarono come i funghi.
Io non ho pensato mai a questo, però in tutta la mia vita mi sono avvalso e mi avvalgo ancora di una schiera veramente numerosa di volontari, senza voti e senza conventi, ma altrettanto, e forse più ancora, generosi ed impegnati. I volontari sono sempre stati la mia forza. Quando ero in parrocchia siamo finiti per averne fino a 450, sparsi nelle varie attività parrocchiali – a “Radiocarpini” ne contavo ben duecento – ma anche ora posso contare sulla collaborazione, diversificata nei vari settori, di più di 250 volontari.
Sono convinto che se i valori e gli obiettivi sono validi, se si domanda ad ognuno quello che può e gli piace fare, e se soprattutto il capo crede alla causa e cammina avanti, anche oggi, senza bisogno di far voti o indossare tonache di sorta, si possono trovare molti uomini e donne di buona volontà.