Ogni tanto il mio vecchio insegnante di filosofia offriva a noi liceali del seminario delle lezioni brillanti. Monsignor Vecchi era un docente valido ma discontinuo; talvolta tirava a campare, talvolta si lasciava, forse coscientemente, “fuorviare” da noi, che temevamo che corresse troppo col programma e perciò lo sospingevamo sul terreno scivoloso dell’arte, un settore che egli amava quanto mai. Però, abbastanza di frequente, quando aveva la giornata giusta, o gli capitava di trattare un argomento che gli era congeniale, era veramente un “maestro” che incantava e si faceva ammirare.
Ricordo una sua lezione sul nominalismo; pur avendo dimenticato gli agganci e i riferimenti inerenti alla storia della filosofia, mi sovviene forse l’aspetto più banale. Monsignore affermava che spesso certe parole o certe definizioni non sono, in realtà, il segno vero, ossia non rappresentano in maniera adeguata la realtà.
Ho capito questa lezione, talvolta a mie spese, durante la mia lunga vita. Ci sono delle parole, forse le più importanti, che spesso sono ambigue. Ad esempio: amore, libertà, proletariato, democrazia, giustizia, bellezza. Perciò è necessario che spesso ci si metta d’accordo su quello che si intende dire con un certo termine.
Mi son fatto questo discorso ed ho riflettuto su questa questione qualche tempo fa, quando alcuni amici mi accusarono di essere di destra e, dopo pochi giorni, altri amici mi definirono di sinistra. Una volta per tutte desidero dichiarare pubblicamente che io sono per chi si fa carico dei più deboli e bisognosi della società, di chi rispetta la dignità e la libertà della persona, di chi propugna la giustizia, la pace e la libertà, di chi garantisce al credente di impostare la sua vita ed educare i suoi figli come crede giusto, di chi concepisce lo Stato a servizio dei cittadini e non viceversa, di chi è capace di produrre ricchezze per poterle dividere, di chi tenta che i lavoratori siano compartecipi degli utili delle imprese, di chi esige che ogni cittadino faccia seriamente il proprio dovere, di chi condanna i cittadini violenti che distruggono i beni altrui.
E potrei aggiungere qualche altra cosa, ma qui mi fermo! Non mi interessa assolutamente che a portar avanti questi valori sia la destra o la sinistra, io parteggio e voterò chi, perlomeno, si avvicini a questo programma, sia egli bianco, rosso, nero o verde. E a tutti dico: «Definitemi pure col termine che volete, io sono questo e basta!»