Ho seminato l’amore per la solidarietà fra i giovani che ho incontrato e il raccolto è fonte di gioia!

Un giorno ebbi parole di elogio per alcuni risultati assai brillanti che un mio amico architetto stava ottenendo nel suo lavoro. Questi mi rispose, come se dicesse una verità scontata, che stava raccogliendo i risultati di una vita di lavoro.

Anche a me capita abbastanza di sovente di trovare porte spalancate, appoggi inaspettati, simpatie cordiali, apprezzamenti ed incoraggiamenti da parte di operatori affermati nella nostra società. Poi mi accorgo che questa gente, ormai ben adulta, appartiene a quella schiera infinita di ragazzi e ragazze incontrate nelle aule scolastiche delle magistrali, dell’Istituto Volta, del Pacinotti o delle Tecniche commerciali. Ragazzi e ragazze incontrati tra le file dell’Azione Cattolica, dei gruppi scout, delle classi di catechismo, al confessionale, o semplicemente nelle quanto mai affollate assemblee liturgiche del duomo di Mestre o di Carpenedo.

Chi semina, prima o poi raccoglie, e chi semina con lo stile e la larghezza del seminatore della parabola evangelica, finisce per raccogliere il trenta, sessanta e perfino il novanta per cento!

Ricordo una ragazzina vivace, grintosa ed intelligente delle magistrali che, dopo il diploma, proseguì per la laurea e poi salì tutti i gradini della carriera nell’amministrazione pubblica e che ora occupa un posto di rilievo all’Assessorato della sicurezza sociale. A questa ragazza di un tempo debbo, in buona parte, la riuscita del progetto degli alloggi protetti per gli anziani.

Voglio sperare, o almeno illudermi, che ella abbia colto sui banchi delle magistrali l’ostinazione con cui il suo insegnante di religione era solito parlare dei poveri. Nei momenti più cruciali, nelle battaglie più difficili, nei sogni più ardui, ella m’è sempre stata accanto con coraggio, coerenza ed intelligenza e mi ha aiutato in maniera determinante a superare le difficoltà. Forse è solo la mia atavica ed ancestrale riservatezza che m’ha impedito finora di dirle quanto le sia riconoscente, quanto la stimi e quanto le voglio bene.

Se qualcosa sono riuscito a realizzare lo debbo soprattutto ai ragazzi e alle ragazze che ho incontrato negli anni felici e fecondi della loro fanciullezza e della giovinezza. Sarei tanto felice se tutti sapessero quanto mi sia stato di conforto e di aiuto la loro collaborazione.

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