Grazie a chi ci aiuta!

La scorsa settimana ho sentito il dovere e il bisogno di rassicurare gli amici, i lettori de “L’incontro” e i concittadini, che i tempi della “grande paura” quasi certamente sono passati e che intravedo già una luce in fondo al tunnel.

Credo di non essere per nulla un temerario o uno sprovveduto. Quando siamo partiti col “don Vecchi” di Campalto avevamo in cassa quasi i due terzi della somma necessaria e avevamo già approntato “il paracadute” con l’apertura di un conto corrente ipotecario presso la Banca Prossima, con una garanzia di due milioni, in modo da pagare solamente lo 0,60% su quello che avremmo prelevato e comunque restituibile in dieci anni.

Pensavo che i contributi degli enti pubblici, quali il Comune, la Provincia, la Regione, la Fondazione della Cassa di Risparmio e le banche avrebbero fatto il resto, perché sono, o dovrebbero essere le realtà più sensibili alle soluzioni sociali più valide e più economiche.

Come riserva, da mestrino di adozione, contavo anche sulla fiducia che i concittadini mi hanno sempre dimostrato e, da prete poi, per dovere e soprattutto per esperienza, sapevo che potevo contare sulla Divina Provvidenza.

In realtà le certezze di ordine costituzionale sono venute totalmente meno, così che ho dovuto aggrapparmi disperatamente alla città e al buon Dio. Città e buon Dio non solo non mi hanno abbandonato, ma stanno aiutandomi con una generosità che mai avrei potuto sperare. I cittadini molto probabilmente non hanno creduto opportuno che uno dei loro preti, che per più di mezzo secolo aveva cresciuto i loro ragazzi, insegnato nelle scuole cittadine, accompagnato i loro morti al camposanto e benedetto le loro nozze e sorretto i vecchi, se ne andasse con la bisaccia da frate da cerca a chiedere l’elemosina; e la Provvidenza, ritenendo valida la causa, ha provveduto brillantemente e con abbondanza, mediante un’apertura di credito senza interessi e senza dovere di restituzione.

Le cose stanno andando così tanto bene che, ancora una volta, mi tormenta l’animo il dolce rimprovero di Cristo: «Uomo di poca fede!»

Chissà che d’ora in poi non riesca a comprendere che il buon Dio è da un’eternità che ci pensa e riesce a far funzionare il mondo anche senza di me e senza l’aiuto degli enti pubblici!

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