Perché no?

Io sono nato durante il periodo fascista e quando frequentavo le elementari scrivevo, accanto alla data, l’anno del regime fascista.

Da bambino ho fatto la guardia al monumento ai caduti della Grande Guerra che sta al centro del mio paese natìo. Fui felice ed orgoglioso quando mi regalarono una camicetta nera ed un paio di calzoncini corti color grigioverde per partecipare ad un concorso provinciale che si svolse a Venezia sul tema “L’aratro traccia il solco, ma è la spada che lo difende”.

Ricordo ancora che in quell’occasione scrissi anche una frase che avevo appena imparata: “Se il nemico valicherà i sacri confini d’Italia, noi gli spezzeremo i reni!”

In quei tempi non esisteva la “nazione”, ma la “patria”! In quei tempi il tricolore e le glorie di “Balilla”, poi di Pietro Micca, di Cesare Battisti e di tutta quella numerosa galleria di personaggi che il Duce mise in bella mostra nei testi di storia patria, fungevano da “santi patroni”.

Io provengo da questa educazione e non ho mai rinnegato l’amore alla nostra terra, alla nostra cultura e al mondo passato. Da assistente degli scout ho partecipato sull’attenti all’alzabandiera, salutando il tricolore che saliva sul pennone. Però sulla mia coscienza ci sono stati poi degli apporti che hanno annullato ciò che non c’era di buono in questo passato, anzi hanno sublimato solamente ciò che vi era di positivo.

Visitando un tempo l’Alto Adige con i miei anziani, ho scoperto che per i sud tirolesi la lingua, l’arte, la tradizione, lo stile, la patria erano l’Austria, e la loro gloria era “Cecco Beppe” e mi sono domandato perché non li lasciamo vivere con la loro storia e la loro nazione mantenendo con loro rapporti fraterni di collaborazione.

Partendo da questi presupposti, in questi giorni, pensando ai disordini per la discarica per i rifiuti napoletani, mi sono chiesto di nuovo: «Ma perché non dobbiamo permettere che Napoli e tutto il resto di quella parte del nostro Paese, non li lasciamo vivere in pace con i loro rifiuti, la loro mafia e, se proprio rivogliono il Regno delle due Sicilie, non li lasciamo ad un “Franceschiello” di turno?»

Per scrupolo di coscienza ho esaminato i dieci comandamenti e vi confesso che non ne ho trovato nemmeno uno da cui si possa dedurre che il buon Dio voglia che viviamo con gente che ha una mentalità tanto diversa dalla nostra e per noi incomprensibile! Io non auspico guerre di sorta, né ostilità, ma solamente rivendico per il nord e per il sud di vivere come piace a ciascuno!

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