Quella massima che devo ricordare!

Qualche settimana fa ho ricevuto la notizia che un nostro coinquilino ultranovantenne è morto in una struttura per anziani non autosufficienti al Lido di Venezia. L’annuncio di una morte è sempre una brutta notizia, ma quella del vecchio Toni è stata per me ancora più brutta.

I coniugi Fornasier sono vissuti al “don Vecchi” una decina d’anni fa. Non so a che titolo siano entrati, perché lui era stato un bravissimo capomastro e godeva di una pensione discreta, specie se confrontata a quelle magrissime dei residenti al “don Vecchi”. I primi anni trascorsero quanto mai sereni; credo senza vanto di sorta, che la soluzione di vita offerta al “don Vecchi” sia quella più auspicabile e confortevole per gli anziani: autonomia assoluta, supporto sociale ed organizzativo, struttura accogliente che tiene conto del bisogno di vivere in un clima quasi paesano, senza responsabilità dirette, in un ambiente strutturato con molti spazi comuni per facilitare le relazioni umane e supportare la fragilità dell’anziano.

Passati i primi anni, insorsero però gravi acciacchi per la moglie, tanto che dovette essere ricoverata in una struttura per non autosufficienti ove, dopo poco tempo, è morta. Toni rimase solo, e ben presto s’accorse che pure il litigare con la moglie aiuta a vivere! La mente del nostro ospite cominciò ad annebbiarsi e poi a smarrirsi, tanto che neanche l’ausilio della badante riusciva a fargli vivere una vita passabile.

Noi della direzione, prima suggerimmo il ricovero in una casa di riposo e poi ci parve di doverlo imporre, perché la situazione diveniva di giorno in giorno non più sostenibile. Con immensa fatica il figlio trovò il posto al Lido, località quanto mai scomoda per i famigliari. Pur avendo una forte fibra, dopo pochissime settimane il nostro amico ci lasciò per sempre. Se avessimo pazientato ancora un po’, sarebbe morto nel luogo dove visse stagioni serene della sua vecchiaia.

Questa partenza mi ha posto, ancora una volta, il problema del dovermi fidare di Dio e della sua Provvidenza.

Ricordo, ma devo averla sempre più presente, una massima di Gandhi: “La carità risolve ogni problema, ma quando a noi pare che non lo risolva, non è che l’amore diventi impotente, ma che il nostro amore non è autentico!”

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