Non è facile sintonizzarsi sulla voce di Dio

Non troppi conoscono le mie avventure radiofoniche. Da sempre sono stato convinto che non ci si può limitare ad annunciare lo splendido messaggio di Gesù nelle sagrestie, nei patronati, all’ombra del campanile o ai pochi devoti che vengono ancora ad ascoltare le nostre prediche, spesso noiose, ripetitive e monotone.

San Paolo, pur essendo vissuto duemila anni fa, è maestro nell’insegnarci che non ci possiamo dar pace finché non offriamo ai quattro venti la bella notizia della liberazione, della redenzione e della salvezza.

Una trentina di anni fa, dopo un breve, parziale e solitario tentativo di monsignor Vecchi di dar vita ad una “radio privata” – come si diceva allora – iniziai la mia avventura radiofonica a livello pastorale.

Non sto a ripetere le vicissitudini avventurose, ma esaltanti, di quella che chiamai, per amor di patria, “Radio Carpini”.

Il sogno, che pian piano diventò, con infiniti tentativi e sforzi, progetto, era ambizioso ed aveva iniziato a prendere forma: tre studi di registrazione e di messa in onda, una regia automatica, quasi una decina di ripetitori locali, l’emittente principale sul monte Toront, quasi duecento volontari, un collegamento in diretta con Radio Vaticana, un settimanale con i programmi.

Poi tutto naufragò per i costi insopportabili, perché clero e laicato della diocesi rimasero passivi, non volendosi avventurare in “terre e cieli sconosciuti”.

In questi giorni pensando alla Radio Vaticana, che nei primi tempi prendevamo sulle onde lunghe e per la quale occorreva infinita pazienza nella ricerca di metterci in sintonia, perché la voce andava e veniva a causa degli eventi atmosferici, ho avuto l’impressione che ci voglia la stessa pazienza, la stessa fatica, per sintonizzarci sulla voce di Dio, per comprendere con lucidità i suoi messaggi, per ascoltare la sua voce. Senza un’autentica passione, ben difficilmente possiamo ascoltare la voce di Dio tra le mille voci che ci giungono da ogni dove, spesso voci fracassone, invadenti e banali, mentre Dio si fa sentire con delicatezza, nell’assoluto silenzio, motivo per cui solamente chi la ricerca con cuore sincero può ricevere la sua parola di conforto e di sostegno.

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