I campi ROM, un problema da affrontare evitando sia razzismo sia buonismo

Io sono l’uomo dei tormentoni! Non riesco e poi non voglio rimanere alla finestra ad osservare, come uno spettatore annoiato e distratto, gli eventi che interessano la nostra società.

Le questioni che suscitano oggi il mio interesse sono molte. Ne scelgo una: l’allontanamento dalla Francia dei nomadi da parte del presidente Sarkozy. Tutto sommato, di primo acchito, l’ho condiviso. Poi ho colto le reazioni della Caritas, di qualche prelato, che non mi hanno convinto, mi hanno invece convinto le controreazioni: la Chiesa dispone di possedimenti terrieri, quindi se l’allontanamento degli zingari fa tanto mal di pancia, se li porti in casa e se li mantenga! Non che fossi per l’espulsione per motivi razziali o per il rifiuto degli scinti di integrarsi, ma perché credo che nessuna società possa permettere che delle persone occupino terreni che non sono loro, intendano vivere rubando e si ritengano liberi di non rispettare le leggi del Paese che li ospita.

Poi è intervenuto perfino il Papa e, pur convinto che questo intervento non m’impegni a livello di fede, ho ritenuto doveroso riflettere e ripensarci ulteriormente. Sennonché il dottor Bacialli di “Antenna Veneta” mi ha invitato insistentemente a partecipare a “Focus”, una rubrica di quella televisione. Ho pensato che era giusto che un credente, ed un prete, si misurasse su questo problema con persone di diversa estrazione ideologica, ed ho partecipato.

All’incontro Bacialli ha fatto da moderatore, arbitro imparziale, lì solo per stuzzicare i contendenti, rappresentati da un ex generale dei carabinieri, difensore per mestiere di chi combatte l’illegalità – e gli zingari ci sguazzano in questo stagno maleodorante -, un rappresentante di “Italia dei Valori” consigliere regionale, difensore delle “regole”, cavallo di battaglia di Di Pietro, un consigliere del PdL del Comune di Venezia, combattente fino all’ultimo sangue contro il nuovo insediamento degli zingari in quel di Favaro (sua patria natale), ed una signora, non contraria ai Rom, ma contraria ai loro campi perché perpetuano la segregazione e fomentano l’odio razziale. E poi io, vecchio prete, libero battitore, che normalmente rispondo solamente alla mia coscienza.

Come da prevedersi ci fu una zuffa (altrimenti che spettacolo sarebbe stato?), che partendo dall’espulsione degli zingari, portò i contendenti a scendere in campo all’arma bianca a livello di schieramento politico.

Io dissi di condividere un po’ le preoccupazioni e le tesi di ognuno, ma non arrivavo né alla soluzione finale di Hitler – che fece fuori tutti gli zingari che riuscì a pescare – né a quella buonista di chi pare voglia far finta che gli zingari non siano un problema sociale.

Tentai di dire che il problema degli zingari è un problema complicato, difficile, di non facile e vicina soluzione, quindi dobbiamo metterci tutti assieme a studiare mezzi progressivi per l’integrazione sociale, avere pazienza ed essere convinti che si può risolvere come tanti altri, perché l’Italia e l’Europa, purtroppo, non hanno solamente il problema dei campi nomadi abusivi. Spero di aver offerto un contributo alla Lega e, nello stesso tempo, anche al Papa.

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