Ho ricevuto una telefonata da una persona che si è complimentata per il mio diario. A suo dire, la franchezza, l’umanità dei discorsi, la libertà di pensiero, l’amore per l’uomo ed il messaggio cristiano espressi in maniera disinvolta, senza complessi e senza fronzoli pietistici, sono aspetti graditi e che fan bene.
La cosa mi fa molto contento. Finora non ho ricevuto che consensi per il mio diario.
Tutto questo non mi illude affatto che non vi siano anche critiche e dissensi, ma questo fa parte della vita. Quello che però mi conforta è che a manifestarmi compiacimento siano normalmente cittadini, “liberi pensatori” ossia poco allineati e poco partecipi alle consorterie religiose della nostra chiesa e soprattutto persone poco praticanti, ossia cristiani che sostanzialmente si sentono tali, ma che non amano troppo il linguaggio e il comportamento delle cosiddette persone di chiesa.
Qualche settimana fa, celebrando la festa dell’apostolo Giacomo, dissi ai pochi fedeli che partecipavano all’Eucarestia, che stavo celebrando nella cappella dell’ospedale all’Angelo, che mi sentivo amico di questo apostolo perché condividevo la sua libertà, la sua franchezza di linguaggio, la sua concretezza e la sua profonda convinzione che la solidarietà umana sia l’espressione più autentica della fede ed è ancora ciò che la rende credibile alla gente di ogni tempo.
Giacomo è un apostolo, ed è il primo degli apostoli, che versa il suo sangue a segno della sua fedeltà al Signore, la chiesa lo venera e propone ai fedeli la sua testimonianza e il suo messaggio. Sono convinto che San Giacomo sia un tassello essenziale per dare il volto a Cristo!
Lascio volentieri ad altri seguire il misticismo di S. Giovanni, o la razionalità profonda di S. Paolo; io mi ritaglio questo spazio, questa componente del messaggio, senza la pretesa di presentare tutto il Cristo.
Lascio volentieri ad altri più convinti e più idonei di testimoniare altri aspetti della vita di Gesù.