Stavo, idealmente, compiacendomi con Berlusconi e il suo staff per la rapida e decisa azione con cui ha eliminato, dalle strade di Napoli e delle cittadine campane, i cumuli di immondizia.
Se non che qualche mattina fa è venuto a messa in cimitero il marito di una mia indimenticabile e generosissima collaboratrice, che avendo il consorte che lavorava in meridione aveva anche molto tempo libero da dedicare al prossimo.
Finita la messa venne in sagrestia a salutarmi.
Questo signore è un tipo un po’ burbero, di poche parole, abituato a comandare un esercito di operai avendo fatto il capo cantiere nei paesi in cui la mafia regna sovrana.
Conoscendo la sua lunga dimestichezza con quell’ambiente, gli manifestai, appunto, l’ammirazione per il governo che in quattro e quattrotto aveva vinto ove Prodi aveva fallito. Ebbe un risolino di compatimento per la mia dabbenaggine e poi con fare scontato mi disse: “Si sono messi d’accordo con la mafia, hanno trovato un compromesso!”
Tentai di obiettare qualcosa. Rimase irremovibile come avesse proclamato un dogma di fede. “Là, don Armando è così! Pensi che la prima volta che andai alla stazione dei carabinieri per una difficoltà di ordine legale, che era insorta nel mio cantiere, il vecchio maresciallo dei carabinieri mi disse in un orecchio: ”Quando avesse una qualche difficoltà, vada da loro che gli risolveranno in qualche modo il problema, da noi lo complicherebbe comunque!”
Quindi Berlusconi non c’entra pur disponendo, oltre la polizia, anche dell’esercito!
Non so proprio cosa pensare!
Un terzo dei deputati pare che non disdegni la droga, un terzo del Paese è comandato dalla mafia.
Povera Italia sì bella e perduta!
Io ho la fortuna di confidare nel Signore, che prima o poi giudica e castiga con giustizia, ma chi non avesse questa fede non so proprio come possa sperare in un domani migliore per la nostra Paese!