Incontri provvisori

Per mesi, un signore di mezza età, scarno e riservato, entrava in chiesa e si metteva nel solito posto, nell’ultima fila di sedie, ad assistere alla messa e poi se ne andava taciturno. Già precedentemente, un paio di volte, m’aveva parlato della sua situazione, che sembrava veramente tragica. Usciva di casa giorno dopo giorno, in cerca di lavoro, tornandosene ogni giorno deluso e frustrato.

Da quanto m’ha raccontato, aveva svolto una funzione di agente di commercio con ottimi risultati a livello economico ma, per motivi che non ho capito bene, s’è trovato, ad un certo momento, invischiato in un’attività che lui credeva normale e pulita, ma che in realtà era quanto mai losca e condotta da tristi figuri che l’hanno impegolato in una situazione ogni giorno più amara.

Aveva collaborato con la magistratura che però, una volta saputo ciò che cercava, l’aveva mollato in balìa di se stesso: si sentiva minacciato quanto mai seriamente e ricattato dalle persone con le quali aveva collaborato; aveva perso la fonte di guadagno e non riusciva più a trovare un lavoro, tanto che la sua famiglia doveva vivere solamente con il modesto stipendio della moglie. Mi disse che trovava solamente un po’ di conforto, di sollievo e di sicurezza venendo in cimitero.

Da qualche settimana è scomparso. Quando esco per la messa, do un’occhiata nell’angolo a sinistra della chiesa, sperando che ricompaia. Niente! Di lui non conosco il nome, né il domicilio, ma solamente il dramma. Per poter riallacciare il seppur precario e parziale rapporto, non mi resta che raccomandarlo al buon Dio. Quante persone sono apparse all’orizzonte della mia vita e dopo qualche tempo sono state riassorbite dal mistero da cui erano emerse!

Stamattina ho pregato con più cuore e in maniera quasi accorata per lui, chiedendo al Signore che mandi rinforzi all’angelo custode di questa creatura che ho incontrato per un po’ di tempo, senza riuscire a dargli una mano prima che scomparisse nella nebbia spessa e carica di mille incertezze.

Ricordando quest’uomo, mi sentii in colpa per non aver mantenuto vivo il rapporto, magari solamente nella preghiera, con le infinite persone cariche di drammi diversi, che il buon Dio mi ha fatto incontrare e alle quali io sento di non aver saputo dare quell’aiuto del quale avevano bisogno. Quanto amerei, perlomeno, poter dir loro: «Non vi ho dimenticato!»

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