Sorprende guardare i mussulmani senza le costruzioni di media e politica!

Mia sorella Lucia, l’ex caposala dell’oculistica del vecchio “Umberto I°”, vive ormai solamente di missione. Avverto ogni giorno di più dai nostri dialoghi, che il suo animo è più di là che di qua; le sorti dell’ospedale di Wamba, le vicende non sempre positive della sua gestione e della sua amministrazione, la scuola infermiere, gli asili sparsi per l’infinita ed assolata savana, sembrano attività di un’azienda di cui ella sia l’amministratore delegato.

Alle preoccupazioni lontane s’aggiungono quelle vicine; talvolta ho la sensazione di trovarmi di fronte ad una operazione di marketing. Tutta impegnata a creare situazioni propizie per raccogliere fondi per affrontare i problemi della sua amata missione in terra di Kenia, anche la sua vita a Mestre è tutt’un intreccio di relazioni e di rapporti con le persone che hanno relazione e che tengono rapporti col continente africano.

Qualche giorno fa mi ha portato al “don Vecchi”, per presentarmelo, un vecchio missionario. Lucia me l’ha condotto per i rapporti sempre più stretti che mantiene con l’Africa ed anche per mostrargli la struttura del Centro quale “gloria” della famiglia e del suo fratello più vecchio. L’incontro è stato simpatico e mi ha aiutato a conoscere un po’ di più questo continente del terzo mondo.

E’ stato per me interessante il racconto dell’Eucarestia domenicale che, a differenza che da noi, dura due tre ore, ove la lode del Signore si esprime con i canti locali, la danza, gli interventi continui dei fedeli, la presenza degli anziani e il numero infinito di preghiere mirate a situazioni particolari, ma anche ad amici ed amici degli amici.

Chiesi qual’era il rapporto con i mussulmani, perché ormai da noi mussulmano equivale a fondamentalista, terrorista, kamikaze e, perché no? Bin Laden. Il missionario, ormai reso tollerante ed ecumenico dalla situazione, mi riferì che le cose non stanno come noi crediamo. I mussulmani non si convertono di certo perché convertirsi vorrebbe dire tradire la propria gente, essere avulsi dal proprio mondo, ma essi convivono tranquillamente con i cristiani cattolici e protestanti, così pure con gli animisti, e frequentano la messa senza complessi, partecipando gioiosamente ai canti e alle preghiere e dividono, senza discriminazione di razza o di religione, quel po’ che hanno.

Il nostro mondo ha divisioni e talora anche contrapposizioni tra gruppi sociali, differenze e scontri, ma sentendo il vecchio missionario, mi par di aver capito che molto del drammatico ed epocale scontro con l’Islam è, in buona parte, una tragedia fittizia costruita in gran parte dai mass-media, sollecitati dalla politica e dall’economia.

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