Al “don Vecchi” preferiamo non fare assunzioni perché ogni stipendio va a finire nell'”affitto” degli anziani residenti, molti dei quali “godono” di condizioni economiche modestissime. C’è almeno una decina di persone che non giungono neanche ai cinquecento euro di pensione al mese, ed un’altra quarantina e più che arriva alla fatidica somma di 516 euro, la pensione minima erogata nel nostro Paese.
Puntiamo sul volontariato, ossia dobbiamo puntare sul volontariato, ma qualche volta questo non arriva, o non arriva quello di cui abbiamo bisogno. Talvolta però, pur con fatica e preoccupazione, siamo costretti ad assumere qualcuno.
A Marghera, almeno ogni dieci giorni, qualcuno doveva tagliare l’erba nel parco. Per fortuna di tutti, finora avevano provveduto, da volontari, alcuni residenti, ma è noto che noi accogliamo persone già avanti con gli anni. Ogni taglio costituisce un problema per la vecchia tosaerba e per i vecchi operatori, anche per lo smaltimento di una trentina di sacchi di erba tagliata. Lino e Stefano, i gestori del Centro, dopo interminabili consultazioni col ragionier Candiani e don Armando, e parecchi accertamenti sulla capacità, affidabilità e rendimento del candidato alla assunzione con la qualifica di giardiniere generico addetto al taglio dell’erba, hanno fatto una proposta e la Fondazione l’ha accettata.
L’altro ieri sono andato a Marghera per conoscere il nuovo assunto. In verità l’aspetto non è proprio incoraggiante: m’è sembrato un nanerottolo poco più grande di un coniglio, ma pare che sia un lavoratore di quelli che non se ne trovano più. Orario di lavoro pattuito: otto ore al giorno dalle 8 alle 12 e dalle 16 alle 20, ferie solamente d’inverno e, quando piove, come i muratori, paga mensile euro 1,8. Quello però che m’ha sbalordito è stata la buona volontà: mai un minuto per riposare; meglio ancora la produttività: il prato m’è sembrato un tappeto con una rasatura a pennello!
Ho concluso che i futuri dipendenti li assumo tutti dalla fabbrica che produce questo robottino. Senonché suor Teresa, che ha udito questa mia scelta, mi ha informato che anche Alberto Sordi, il compianto e simpatico attore romano, aveva scelto una robottina del genere, ma presto gli si era innamorata, ma soprattutto era tanto gelosa che quando si accorgeva dell’insistenza di qualche concorrente, pestava i piedi, sbatteva le porte e rompeva piatti. Spero proprio che non mi accada una cosa del genere e che, una volta ancora, non rimanga deluso dai dipendenti!