Oggi m’è arrivata la seconda risposta alla richiesta che ho fatto agli enti pubblici per avere un contributo per la costruzione di 64 alloggi per gli anziani poveri della nostra città.
La risposta è quella della Banca Antonveneta che, fra l’altro, noi del “don Vecchi” usiamo per depositare gli affitti dei 300 residenti e per le operazioni bancarie che la nostra Fondazione deve fare. L’Antonveneta ha risposto con un NO, espresso con parole cortesi, ma che rimangono nitidamente e praticamente ancora un NO. La domanda l’avevo pensata con estrema attenzione, misurando ogni parola ed ogni virgola, però, nonostante tutto il mio sforzo, essa ha ottenuto soltanto un bel NO rotondo e preciso!
Un mio recente amico, che ha una preparazione universitaria specifica in questo settore e che ha pure passato la vita a fare questo mestiere, mi ha detto che probabilmente ho impostato male la mia richiesta. A suffragio della sua tesi m’ha raccontato una storiella che aveva appreso a sua volta da una lezione di un suo docente universitario. Eccola!
Due frati si incontrarono per la preghiera. Il primo recitava il breviario fumando tranquillamente, mentre l’altro si rodeva l’animo e friggeva dal desiderio, non potendo fumare perché l’abate, alla sua richiesta, gli aveva risposto di no; perciò disse al confratello: «Come mai l’abate ti ha dato il permesso di fumare durante la preghiera e a me l’ha proibito?» L’altro, pronto, rispose: «Perché hai mal impostato la domanda; mentre tu hai chiesto il permesso di fumare durante la preghiera, io ho chiesto se posso pregare mentre fumo e l’abate perciò mi ha detto di si».
Dopo questa argomentazione quanto mai logica, ho deciso di chiedere al mio amico di interessarsi lui della richiesta di aiuti a livello economico presso gli enti pubblici, mentre io mi riservo il compito di chiedere, come meglio so, alla povera gente, di aiutarmi a pagare i 64 alloggi di Campalto per gli anziani poveri della città.
Penso di andare sul sicuro ricordandomi di un’altra storiella. Il parroco della grandissima chiesa di Montebelluna si dice che abbia apposto una lapide sul suo tempio con la scritta “Questa chiesa è stata costruita con i soldi dei poveri e con le chiacchiere dei ricchi”. Finora è così anche per il “don Vecchi” di Campalto!