E’ proprio vero che “non c’è niente di nuovo sotto il sole. Stamattina la prima lettura della messa conteneva questa “parabola” dell’Antico Testamento: “Gli alberi si misero in cammino per cercarsi un re. Dissero all’ulivo : «Regna su di noi». Rispose loro l’ulivo: «Rinunzierò al mio olio, grazie al quale si onorano gli dei e gli uomini, ed andrò ad agitarmi sugli alberi?». Dissero gli alberi al fico: «Vieni tu, e regna su di noi». Rispose loro il fico: «Rinuncerò alla mia dolcezza e al mio frutto squisito ed andrò ad agitarmi sugli alberi?« Dissero gli alberi alla vite: «Vieni tu e regna su di noi». Rispose loro la vite: «Rinunzierò al mio mosto, che allieta gli dei e gli uomini, ed andrò ad agitarmi sugli alberi?« Dissero tutti gli alberi al rovo: «Vieni tu, regna su di noi». Rispose il rovo agli alberi: «Se in verità ungete me come vostro re, venite, e rifugiatevi alla mia ombra; se no, esca un fuoco e divori i cedri del Libano».
Oggi sono politicamente esasperato e disperato, motivo per cui ho tutta la sensazione che noi italiani abbiamo lasciato da parte gli uomini migliori che conducono con saggezza le loro famiglie e le loro aziende, producendo benessere e serenità per tutti e siamo andati a finire a scegliere come governanti “i rovi”, pronti all’inganno e alla sopraffazione. Tra le “fiamme” mi sono apparsi ad uno ad uno i volti che la televisione ci presenta da mane a sera fino alla nausea e allo schifo.
Ora, mentre metto sul foglio bianco le sensazioni che provo dopo la lettura della Bibbia, ho l’impressione di trovarmi nel guado: da una sponda un governo traballante che continuerebbe sul compromesso più spinto, e dall’altra le elezioni con sprechi di tempo e di denaro, mentre ogni respiro dovrebbe essere convogliato alla ripresa!
Comunque vadano le cose, si ripresenteranno di fronte a noi le stesse facce, gli stessi nomi, gli stessi “rovi”, anche se coperti da casacche diverse da quelle portate fino a qualche giorno o qualche decennio fa.
Si discute su una nuova legge elettorale, ma siamo comunque alle stesse perché, qualunque legge venga fuori, non sarebbe tesa a far emergere uomini nuovi, onesti e capaci, ma sempre quelli di un colore cupo.
Alla sera, prima di addormentarmi, ripeto sempre la bellissima preghiera del breviario: “Nelle tue mani, Signore, metto la mia vita”. Da questa sera in poi aggiungerò “anche quella della mia povera Italia”. Credo di non aver altra scelta ed altro appiglio per sperare!