Di tempo ne hai, usalo!

Michel Quoist ha composto una bellissima preghiera sul tempo. In pratica questo sacerdote francese, morto una ventina di anni fa, offre la parola a nostro Signore per dire a noi poveri uomini che spessissimo affermiamo “non ho tempo”, perché siamo convinti di non averne a sufficienza per aiutare gli altri, per ascoltare un po’ di musica che rassereni lo spirito, per visitare una persona in ospedale, per pregare, per meditare e per mille altre cose che sarebbe bello ed opportuno fare.

Quoist mette in bocca al Signore la risposta per chi si nega affermando ad ogni pié sospinto “non ho tempo”: «Non è vero che tu non hai tempo. Io infatti ti garantisco ogni anno tutti i 365 giorni, ogni giorno con tutte le 24 ore, ore con tutti i sessanta minuti, minuti con tutti i loro sessanta secondi… Non è vero che non hai tempo, forse è più vero che non lo sai usare bene o forse lo sprechi per cose di poco conto!»

Un paio di settimane fa ho trovato, in una delle tante riviste che sfoglio ogni giorno, una bella storiella a proposito di questo argomento. Un insegnante mostra un grosso vaso di vetro e lo riempie di palle da tennis. Poi domanda agli allievi: «E’ pieno il vaso?» Tutti rispondono di si, ma l’insegnante butta dentro sassolini che riempiono gli interstizi e poi domanda: «E’pieno?» «Si» rispondono. Al che egli versa della sabbia e richiede ancora «Ora è pieno?» Il “si” diventa ancora più convinto e definitivo. Allora l’insegnante tira fuori due birre e le versa affermando : «Vedete, ci vuole saggezza per occupare bene e fino in fondo il proprio tempo. A chi usa bene il proprio tempo resta perfino la possibilità di bere due birre con gli amici!»

Come si fa a dire al Signore che ha torto? Come mi posso giustificare dicendo “non ho tempo”? Ho ricordato più di una volta che il cardinale Urbani, nostro Patriarca, diceva al proposito: «Quando hai bisogno di un piacere, non chiederlo a chi è sempre libero, perché di certo ti dirà di no, chiedilo invece ad uno che è molto occupato, perché lui troverà un po’ di tempo anche per te».

Ora, ogni volta che sarei tentato di dire “non posso, non ho tempo”, mi calano avanti queste due sbarre che mi impediscono di passare. Ho scritto tutto questo nella speranza che queste sbarre si calino anche per gli altri.

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