Più volte ho confessato che sono molto critico con la Chiesa perché l’amo molto. Vorrei che la Chiesa fosse una realtà splendida, ricca di umanità, coerente col Vangelo, e soprattutto capace di fare, sia da un punto di vista teorico, ma soprattutto a livello di testimonianza, le proposte più coerenti alle attese ed ai bisogni degli uomini del nostro tempo.
Questa posizione, esigente nei riguardi della comunità a cui appartengo, che amo e alla quale dedico tutte le risorse della mia vita, credo che mi dia il diritto di essere, anche a livello di cittadino, altrettanto esigente nei riguardi di chi si rifà ad altre culture ed ad altri princìpi. Non dovrebbe quindi sorprendere nessuno quando intervengo in maniera schietta e talvolta ruvida nel condannare posizioni che reputo decisamente in contrasto con i valori umani più condivisi o semplicemente con la civiltà a cui la stragrande maggioranza pare volersi rifare.
Questa premessa nasce dall’aver conosciuto dalla stampa di qualche giorno fa un fatto che mi costringe ad un commento severo. Si tratta di questo: in un ospedale del meridione si è proceduto ad un aborto previsto dalla legge (come se la legge potesse anteporsi alla natura). Ebbene il feto, ma sarebbe più giusto dire il bambino, estratto dal seno della madre, fu messo in un recipiente di ferro in attesa di essere buttato tra i rifiuti organici da smaltire. Contro ogni previsione l’esserino, rifiutato dalla madre e costretto a morire dai medici, contro ogni logica, sopravvisse per due giorni abbandonato alla sua sorte. Ora pare si voglia procedere penalmente contro i medici per le mancate cure a questa creatura, uccisa da sua madre, dai medici, dalla legge e dalla pseudomorale laica.
Mi pare proprio che non si possa assolutamente superare tanta ipocrisia e l’efferatezza con cui si è causata la morte di un essere innocente ed indifeso da parte dei legislatori, dei medici pseudo-sacerdoti della sanità, e soprattutto di una cultura laica che ha partorito una morale talmente disumana ed assurda!
Per questa gente la gogna alla quale la Serenssima condannava certi delinquenti, sarebbe ancora troppo poco!