Non sono moltissimi gli uomini che pensano, però fortunatamente ogni tanto ne incontri qualcuno, non sempre questo qualcuno è un cattedratico, un filosofo o un ricercatore che spende tutta la sua vita sui libri.
Qualche giorno fa mi ha accompagnato al cimitero di Chirignago, per dire un’ultima preghiera e benedire il loculo ove attenderà la resurrezione finale, una giovane sposa, un impresario di pompe funebri della nostra città, al quale, piuttosto di starsene in ufficio a dirigere l’impresa, piace muoversi ed avere contatto con la gente.
Questo signore, che suppongo non sia laureato nè in filosofia nè in teologia, che provenendo da una famiglia che si è sempre interessata di pompe funebri, immagino abbia, soprattutto, una grande esperienza di epigrafi, bare e regolamenti mortuari, ma che si caratterizza però un po’ perché partecipa a voce alta e in maniera disinvolta, alla preghiera del sacerdote e dialoga volentieri dei problemi della vita. Mentre molti altri impresari, del settore, pare che siano religiosamente asettici e pur trafficando da mane a sera con preti, chiese e riti funebri, sembra che trattino queste cose in maniera distaccata quasi che quello che vedono e sentono non li riguardi affatto e parlano solamente della concorrenza.
Comunque il discorso cadde sulla religione e sul modo di essere religiosi nel nostro tempo. La cosa mi faceva quanto mai piacere perché su questo argomento è impegnata la mia vita. Ebbene questo signore disse delle cose su cui mi trovo totalmente d’accordo, affermando, con convinzione, che la proposta cristiana è la più seria, la più umana, la più rispondente alle attese e ai bisogni degli uomini del nostro tempo e si meravigliava che tanta gente pare rifiuti i segni con cui questa fede si alimenta e si esprime e si meravigliava alquanto che vi siano certe persone che voltano le spalle a questa sana interpretazione della vita e della morte per abbracciare sette con riti assurdi ed esoterici, estranea dalla nostra cultura, che impongono norme e comportamenti inconsistenti e risibili dal punto di vista razionale ed esistenziale.
Fui felice del discorso tanto che lo proporrei come presidente del consiglio pastorale della diocesi!