Non ho mai avuto l’occasione e la voglia di stilare una classifica, con una relativa graduatoria, di quelli che considero i nemici più insidiosi per la nostra società e per il bene del nostro Paese.
Neanche tento di scrivere la litania di nomi di persone, autorità ed istituzioni, perché non vorrei cadere sotto il fuoco incrociato di tanta gente ottusa e spregiudicata. Comunque vi confesso che la burocrazia comunale, provinciale, regionale e statale si colloca in uno dei primi posti e si contende la “maglia rosa” della stupidità, della grettezza morale e del disinteresse verso i cittadini.
Siamo giunti a livelli ormai impossibili ed insostenibili. Un geometra mi raccontava qualche giorno fa, le sue tristi vicissitudini di operatore edile nei riguardi delle aziende dell’Enel, del Gas o della Telecom.
Telefoni per una pratica: dopo tentativi ripetuti all’infinito, ti risponde al telefono, finalmente libero, un impiegato di Lampedusa o di Canicattì, il quale dice di passarti l’esperto per il Veneto. Nel frattempo cade la linea e così ricomincia la “fiaba del sior Intento!” Nuovo tentativo di telefonare, finalmente la risposta di un altro impiegato, nuova illustrazione della pratica, nuovo tentativo di passaggio … e così via.
A livello comunale finora la soluzione non giunge più rapida, ma l’indifferenza, l’arroganza, la pretestuosità non sono di certo inferiori.
Io sono solito adoperare in questi casi queste armi di ordine psicologico e pratico. Primo: a livello psicologico il cittadino deve essere cosciente di essere lui “il padrone” dell’impiegato, che è pagato con i soldi del contribuente, quindi niente cappello in mano, niente complessi, ordini piuttosto che suppliche! Secondo: mi passi il suo capoufficio o il suo dirigente!» Non sempre funziona, ma questa richiesta è una specie di “passpartout” che t’aiuta ad aprire la serratura. Terzo: il ricorso all’opinione pubblica, il quotidiano, il settimanale, la televisione locale: sui politici funziona sempre, sugli amministrativi un po’ meno, però è efficace.
Un giorno dissi a Cacciari, all’inizio di uno dei suoi tre mandati a sindaco: «Se lei riuscirà in questi prossimi quattro anni a rendere efficiente la burocrazia comunale, sarà già un grande successo: Il sindaco filosofo ci ha provato tre volte, ma ha sonoramente fallito nonostante fosse un filosofo, ossia un amante della sapienza!