Credo che ognuno abbia il diritto di avere degli amici preferiti. Io non ho mai nascosto di avere una preferenza particolare per l’apostolo san Giacomo piuttosto che per san Giovanni. La franchezza e la concretezza di san Giacomo mi hanno sempre entusiasmato perché non la tira mai per le lunghe, non si concede svolazzi mistici, ma va al sodo immediatamente.
Nel periodo dopo Pasqua, quando la Chiesa ci fa leggere per settimane di seguito pezzi di vangelo di san Giovanni, che rimescolano in maniera monotona i soliti concetti, confesso che li affronto talvolta con disagio e talvolta perfino con un po’ di stizza. Spero che san Giovanni non me ne voglia e credo d’avere la sua comprensione, sapendo di poter contare sulla virtù di un santo.
Devo però confessare che non solamente ho le mie marcate preferenze nel mondo dei santi, dei profeti e dei testimoni dei tempi antichi e del nostro tempo, ma pure di certi scrittori sacri prediligo alcune opere piuttosto che altre.
Tutti inneggiano alla sublimità della dottrina di san Paolo e in verità ha delle grandi intuizioni, espone i passaggi fondamentali del pensiero di Cristo con competenza, anche se talvolta indulge con un periodare un po’ aggrovigliato in cui è facile perdere il filo del discorso, ma il san Paolo che prediligo e che amo è quello in cui questo convertito dimostra tutta la sua calda umanità.
La lettera a Filemone in cui Paolo affida alla comprensione e alla misericordia del padrone, ormai cristiano, lo schiavo Onesimo, anche lui convertito, ma sempre reo di fuga e quindi passibile di condanna capitale, è una lettera di una calda e struggente umanità. Così le parole con cui Paolo s’accomiata dall’amata comunità di Efeso, fanno emergere tutta la dignità e contemporaneamente tutta la tenerezza verso questi “suoi figli” che egli aveva generato alla fede.
Questo san Paolo, una volta in più, mi convince che la fede arricchisce quando “il seminatore” ama in maniera vera e profonda le persone alle quali si rivolge; questo san Paolo non è certamente meno importante del san Paolo teologo intelligente ed acuto, però è un santo che scende dalla “stratosfera teologica” per condividere con la gente la sua calda e ricca umanità.