Papa Wojtyla è stato una persona così profondamente umana, coraggiosa, innovativa e nello stesso tempo così asceticamente forte, che i mass-media continuano ad interessarsi di lui, a scandagliare nel profondo della sua vita.
In questi ultimi anni mi è capitato di leggere articoli su articoli sulla personalità così complessa e poliedrica del Papa polacco, moderno e conservatore ad un tempo, però in dialogo costante col mondo, in posizione di forza, consapevole di essere portatore di un messaggio liberatore di cui l’uomo moderno ha assoluto bisogno.
Nello stesso periodo mi è capitato ancora di frequente di vedere servizi televisivi quanto mai interessanti, seppur di diverso valore, ma sempre testimonianti l’estrema attenzione e il grande fascino che questo Papa ha esercitato, sempre da protagonista, negli ultimi vent’anni del `900.
Quante e quante volte mi sono chiesto quale sia stato il segreto, la sorgente di questa capacità di interessare amici e nemici, di influenzare il corso della storia, di dialogare con i popoli e le culture più diverse. Non è facile dare una risposta a questi quesiti, ma ritengo che sia doveroso porcela, perché Papa Wojtyla ha impersonato il vecchio Cristianesimo in maniera moderna, comprensibile a tutti e condivisibile da molti.
Nel mio animo mi pare di intravedere, magari confusamente, ciò che di questo Papa ha affascinato il mondo. Papa Wojtyla coltivò un sano ed autentico umanesimo, fu un uomo libero fino in fondo, ebbe sempre la consapevolezza di offrire un messaggio valido, il più valido; si pose in dialogo con le nuove generazioni senza complessi e senza concessioni di comodo. Papa Wojtyla rifiutò quei complessi di inferiorità culturale che spesso affliggono gli uomini di Chiesa, si aprì ad un sano rapporto umano con credenti e non credenti, coltivò il suo fisico mediante lo sport, si permise momenti di vita vera, fuori dal mondo artificioso ed incartapecorito del Vaticano, con le sue colazioni con gli amici, tra i monti; infranse tutti gli schemi di quell’ascetismo cristiano artificioso, malinconico e pessimista nei riguardi della società. Papa Wojtyla, pur senza darlo da vedere, “picconò” un certo passato e “seminò” il futuro, o almeno il presente nella Chiesa italiana ed universale.
“infranse tutti gli schemi di quell’ascetismo cristiano artificioso, malinconico e pessimista nei riguardi della società. Papa Wojtyla, pur senza darlo da vedere, “picconò” un certo passato e “seminò” il futuro, o almeno il presente nella Chiesa italiana ed universale”. Nella Chiesa di oggi, oltre ad una dimensione teologica c’è bisogno dell’umanesimo di Giovanni Paolo II. Grazie per le riflessioni che giudico molto vere e pertinenti