Quell’intollerabile retorica!

Io odio la retorica, qualsiasi retorica! La retorica patriottarda, che il nostro Capo di Stato pare voglia alimentare, finisce per resuscitare ciò che sembrava, se non morta, almeno in calo. Questo inconveniente ogni tanto fa capolino, ma peggio ancora arrischia di fare i disastri che ha fatto nel passato.

Io ho sempre presente una frase di Pittigrilli, un autore che oggi è pressoché dimenticato. Il quale affermava che dietro a certe parole magiche, quali libertà, democrazia, giustizia, Patria, popolo e via dicendo, si nascondono gravi magagne; esse sono come dei paraventi dietro cui si nasconde tutta la sporcizia di una società falsa e corrotta. Ogni tanto avvengono, per i motivi più diversi, queste sbruffate di retorica della Patria, della resistenza, dei crocifissi, della democrazia, o certi altri valori, certamente nobili e condivisibili, ma che sono usati talvolta con disinvoltura e talaltra con cinismo da parte dei protagonisti, spesso interessati, della vita pubblica del nostro Paese.

Quando apprendo le decine e centinaia di migliaia di crimini derivati dalla “resistenza”, dal fascismo, dal comunismo, mi vengono i brividi, anche se bandiere di diverso colore, bande con musiche diverse e parole bolse tentano di coprire la sofferenza, la morte di tante creature umane.

A me piacciono i giovani che issano il tricolore sul pennone della città, non il tricolore che avvolge le bare di giovani mandati a morire contro altri giovani per gli interessi di altri ancora!

Ad accendere nella mia coscienza questo “odio” è stata una delle lettere dei soldati tedeschi assediati a Stalingrado in partenza con l’ultimo aereo tedesco verso la Germania. Diceva l’autore di una di queste lettere inviata ai suoi amici: “Io sul palcoscenico ho recitato tante volte la parte del soldato che muore gloriosamente per la Patria, suscitando gli applausi della platea. Altro però è vedere i soldati morire qui in mezzo al fango, nelle trincee gelide. L’altro ieri ho visto un soldato impigliato tra i cingoli del suo carro armato bruciare come una torcia umana, mentre chiamava disperatamente sua madre!”

Oggi non posso più sopportare la retorica dei nostri parlamentari o dei nostri presuli, ma non riesco neppure più ad accettare quella che riguarda il passato. Ormai è tempo di essere onesti e di cercare assieme, mediante il dialogo, il bene e la felicità dell’uomo, anche se è tanto difficile farlo. Le scorciatoie tradiscono sempre e non portano lontano!

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