Sono assai contento che le persone che mi stimano e mi vogliono particolarmente bene siano, a quanto pare, “i lontani”, ossia quelle persone che frequentano poco la chiesa e meno ancora le sagrestie e le canoniche. Credo che la gente avverta e distingua per istinto ciò che è autentico da ciò che è artificiale e formale.
Io non ho mai ambìto ad essere un prete speciale, un prete contestatore, rivoluzionario o da fronda, ma ho invece sempre sognato e tentato di essere un uomo ed un cristiano onesto che si confronta in maniera autentica con i problemi della vita e le proposte religiose del Cristianesimo, che non dice mai nulla di cui non sia convinto, che non accetta nulla per scontato e certo, ma che indaga, verifica e tiene solamente quello che gli pare vero e fecondo per sé e per gli altri.
Ho la sensazione che la gente apprezzi tutto ciò. E’ vero poi che non sono per nulla amante dei riti, delle cerimonie ampollose, degli incontri sofisticati in cui si discute sul “sesso degli angeli”. Ho sempre preferito a questo mondo artificioso la concretezza, il contatto con gli uomini, il servizio umile e disinteressato verso le persone che non contano e vivono delle briciole della società opulenta.
Non ho mai fatto scelte politiche di moda, né ho preso orientamenti culturali che vanno per la maggiore, invece ho sempre tentato di aiutare con concretezza chi è in difficoltà, pur sapendo di non essere capace di risolvere appieno i loro problemi, trovandomi quasi sempre in minoranza e perdente.
Credo che questi orientamenti di fondo mi abbiano sempre messo in sintonia e sulla lunghezza d’onda degli uomini veri, che quasi mai accettano di essere intruppati e mai accettano, per convenienza o per opportunità, il pensiero dei più.