Un regalo bello che riconferma l’importanza della gavetta

Talvolta ricevo delle attenzioni che veramente mi fanno arrossire, perchè non ho mai avuto sentimento di una gran autostima.

Mi sono sempre ritenuto un povero uomo ed un povero prete che persegue sì qualche utopia, che crede in certi valori e si batte decisamente per vederli realizzati, che si oppone alle ipocrisie e ai formalismi per affermare le cose che veramente contano, ma nulla più!

Al mio ritorno dall’ospedale ho ricevuto una infinità di espressioni d’affetto da parte di concittadini che neppure credevo di conoscere, a cominciare dal Patriarca, al vescovo ausiliare, ai primari dell’urologia, della cardiologia e dell’anestesia che in tempi diversi s’erano presi cura della mia salute. Sono stato sorpreso e felice da tante attenzioni, che sono certo di non meritare e che fanno onore alla sensibilità e all’umanità di questi personaggi.

Qualche giorno fa il primario di anestesia, che tante volte ha prestato la sua opera durante tanti miei interventi, è venuto a trovarmi e con grande amabilità mi ha perfino donato il catalogo della mostra di Cima da Conegliano.

Avevo sentito parlare molto bene della mostra, avevo invidiato questi Comuni del contado che finiscono per surclassare la vecchia e superba Venezia, assai manchevole nei riguardi della cultura e dell’arte. Avevo visto qualcosa di questo pittore, però il catalogo m’ha fatto spalancare gli occhi sorpresi e sbalorditi sulle opere di questo artista che io erroneamente avevo considerato un minore. Cima da Conegliano appartiene ad un tempo lontano, ad una sensibilità artistica diversa dalla nostra, ma se lo confronto con infiniti pittori del nostro tempo non posso che concludere che egli è un sommo, mentre molti artisti spesso improvvisati, senza cultura, senza mestiere e senza “bottega” sono dei lillipuziani, che nascondono la loro imperizia con gli sgorbi e le macchie disordinate di colore.

Gli uomini d’oggi che operano in qualsiasi settore della vita non hanno ancora imparato che il genio è una cosa, ma senza apprendistato, senza ricerca e senza “bottega” neppure il genio riesce a fare qualcosa che appartenga al mondo della poesia e del bello!

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