Quell’incontro felice con un mio vecchio scout dell’Agesci Amerigo Vespucci

Nel pomeriggio mentre stavo riordinando le ceriere della chiesa succursale della mia minuscola “diocesi” ho incontrato Roberto Marroni, uno dei miei scout del reparto dell’Agesci Amerigo Vespucci, di cui sono stato per molti anni l’assistente.

Roberto stava accompagnando la sua vecchia mamma a visitare le tombe dei suoi cari.
La mamma è ancora un po’ più piccola di quanto la ricordavo, ma manteneva, nonostante la veneranda età di più di 90 anni, la sua calda parlata toscana. Il figlio Roberto lo stesso volto rotondeggiante, gli stessi occhi vivaci, e la calda umanità di un tempo.

Del ragazzino di 50 anni fa, capo squadriglia, delle “volpi” o dei “leoni” non ricordo più, erano cambiati solo i capelli, ora grigi, però la stessa personalità calda ed affettuosa.

Parlammo del più e del meno; lui si interessò della mia salute, io gli chiesi del suo lavoro e dei suoi figli. Roberto mi disse che era già in pensione “Non le pare che a 62 anni non meritassi un po’ di riposo?”

Per me, no, ma non glielo dissi perchè so di essere uno dei pochi stacanovisti, ormai fuori corso.

Mi fece però bene sentire, che si occupava della casa in montagna costruita e gestita dagli scout adulti per i “lupetti” i piccoli del movimento scout, poi memore dell’educazione puntigliosamente impartita dal suo vecchio educatore, soggiunse “Se ha qualcosa da darmi da fare, don Armando, sono ora disponibile”. Mi ha fatto molto bene sentire che lo “spirito della buona azione” e del “servizio” avevano ben attecchito ed erano ancora vivi e vitali.

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