La Prima Comunione dei bambini è un momento prezioso!

Qualche giorno fa mio fratello don Roberto, mi telefonò per accertarsi sulla mie condizioni di salute, scusandosi di non venire a trovarmi di persona perché tanto impegnato, come sempre, nella sua parrocchia grande e numerosa, ma soprattutto perché le prime comunioni l’avevano assorbito quanto mai.

I problemi pastorali mi hanno sempre interessato, e sebbene ora sia fuori del circuito, non sono venuti meno la mia curiosità e il mio interesse e perciò chiesi a don Roberto quale fosse la sua situazione nella sua parrocchia e quale dottrina e prassi segue in questo settore.

Quest’anno nella parrocchia di Chirignago, che è appunto la comunità cristiana di cui mio fratello è parroco, sono stati ammessi 60 ragazzi della terza elementare, che egli ha preparato personalmente per questo grande evento.

Per la prima comunione ha diviso questi ragazzi in due turni perché la chiesa non riusciva a contenere genitori, nonni e familiari.

Mio fratello, commosso e felice mi raccontava l’evento descrivendomi l’ebbrezza sua, quella dei bambini e di tutta la comunità, che ogni anno vive come un’esperienza fortissima ed indimenticabile questo momento di autentica e vera spiritualità; l’innocenza dei piccoli, il loro entusiasmo e la loro fede fresca e pulita e il riflesso di tutto questo nel cuore degli adulti che almeno in quell’occasione recuperano qualcosa di bello e di vero presente nella loro coscienza, magari sotto la cenere, ma presente, è veramente qualcosa di meraviglioso.

Questo racconto ha fatto emergere nel mio animo questo splendido evento che ogni anno, nel cuore della primavera e della vita, io ho vissuto per più di 50 anni come un’esperienza spirituale somma ed irripetibile.

Credo che chi ha partecipato e vissuto momenti del genere non li potrà mai dimenticare anche se sopra di essi il terremoto delle esperienze umane li avesse coperti di cumuli di macerie.

Quando io condussi questa splendida realtà ricordo con quanto vigore e convinzione dicevo ai piccoli che si accostavano alla tavola del Signore e ai loro cari: “Ricordate che il vostro posto nessuno lo occuperà, rimarrà sempre per voi, ricordatevi che la vostra chiesa rimarrà sempre con le porte aperte per il vostro ritorno, ricordatevi che qui ci sono i valori più alti, si dicono le parole più vere, che qui potrete incontrare il Padre e i fratelli, ricordatevi che qui avete vissuto uno dei momenti più belli della vostra vita”.

Privare i bambini e la comunità di un’esperienza del genere sarebbe un vero sacrilegio! Mi verrebbe voglia si offrire una nuova massima sapienziale per la chiesa: “Quanto è saggio il sacerdote che semina sul terreno vergine altrettanto è sciocco chi vuol seminare sul terreno già occupato dalle erbacce!”

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