Laici e clericali

Io sono sempre stato avido di leggere, sia per conoscere la cronaca della vita che per indagare sugli indirizzi del pensiero, sugli orientamenti della cultura e sui “segni dei tempi”, ossia sulle direzioni, che per motivi profondi ed occulti, guidano l’orientarsi della società. In questa presa di contatto con la vita, soprattutto quella del mio Paese, della Chiesa, mi imbatto assai di frequente in due modi di pensare che da un lato capisco quanto siano importanti, e da un altro lato mi appaiono settari, odiosi e fuorvianti. Questi modi opposti, o almeno diversi di approcciarsi alla vita sociale, sono riassunti in due aggettivi i cui contenuti sono sempre stati presenti nella storia degli uomini, ma che oggi m’appaiono come due bandiere diverse ed opposte: laico e clericale. Questi due distintivi di due mentalità, due stili di vita e due valutazioni, da un lato mi interessano perché diventano strumenti preziosi di lettura e di interpretazione della vita e della società, e dall’altra sarei tentato di rifiutarli in maniera radicale perché sempre tendenzialmente faziosi e preconcetti, tanto da portare spesso all’incomprensione e allo scontro.

Comincio col mettere a fuoco il volto, la ricchezza e i limiti del termine “clericale”. Esso mi appare come la deformazione del termine “religioso”, come sinonimo di bigotto, di chi utilizza la fede per scopi impropri, di chi rinuncia a pensare con la sua testa e delega totalmente la gerarchia ecclesiastica a scegliere e prendere decisione, di chi non pare convinto e responsabile delle scelte che devono derivare dalla sua fede. Ciò mi delude e mi porta al rifiuto di questa mentalità.

Al contrario il termine “laico” (sarebbe forse meglio quello “laicista”) mi suona sempre con un timbro di arroganza, di poco o nessun rispetto per il credente, di interiorità morale ed intellettuale gratuita e di lettura dissacrante del fenomeno religioso e ciò mi appare sempre come fazioso, intollerante e preconcetto. D’altronde sono altresì convinto che ambedue le posizioni posseggono qualcosa di importante e di necessario per leggere e interpretare i fenomeni sociali.

Come vorrei impossessarmi del meglio di questi due modi di valutare, spogliandoli dai limiti pesanti ed ingombranti che essi oggi hanno. Ho fatto quindi il proposito di non essere mai clericale o laico e nello stesso tempo di essere nel contenuto laico e clericale.

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