Per Pasqua i volontari che si occupano della raccolta e della distribuzione degli indumenti per chi ne ha bisogno, mi hanno donato un volume di un prete genovese. Sto leggendo questo libro con estremo interesse, perché sono avido di conoscere le testimonianze degli uomini della Chiesa e perché mi interessa quanto mai tutta la lettura delle cose della religione. Già più volte avevo sentito parlare di questo don Gallo, e non sempre bene! Si tratta di un salesiano, mio coetaneo, in costante rotta di collisione con la gerarchia ecclesiastica, che si occupa di drogati, prostitute, viados, extracomunitari, no-globals e via dicendo.
Don Gallo è uno di quei preti che certamente non sono mai in riga né, temo, sopra le righe, ma anzi, sempre, sotto le righe suggerite e ordinate dalla Chiesa ufficiale. Tutto sommato non condivido il suo pensiero e la sua condotta; eppure riscontro in questo prete un sano e forte amore per l’uomo, una vera solidarietà per i più fragili, i dissenzienti cronici su tutti i fronti, una capacità di dialogo con quel mondo al limite di ogni legalità, sia civile che religiosa.
Confesso che sono contento che vi siano al mondo dei don Gallo e confesso ancora che li preferisco a certi abatini ordinati ed incolori, o a certi prelati di piccolo, medio o grande rango, che sono insignificanti, non rappresentano nulla dell’ineffabile mistero di Dio. Questi preti, alla don Gallo, sanno leggere nella parte in penombra della vita della Chiesa e sanno raccogliere quella religiosità difforme dalle regole ufficiali, ma che pure si confronta in modo vero nel rapporto con un Dio che non è un teorema semplice, ma un mistero profondo e complesso.