Pensando di dover rimanere per parecchi giorni in ospedale, ho portato con me due volumi.
Il primo profondamente mistico: “L’ineffabile fraternità” il carteggio (1925-1959) tra don Mazzolari, ed un piccolissimo eremo francescano di Campello sul Clitunno.
Tempo fa ho pubblicato due o tre editoriali su “L’incontro” tra questa piccola ed umile comunità monastica e Gandhi, in cui scrivevo che all’apice la spiritualità cristiana e quella dell’induista Gandhi, si incontravano e si compenetravano con assoluta facilità.
Il secondo volume porta sulla copertina l’etichetta “Novità” dal titolo: “Vita, morte miracoli” di Stefano Lorenzetto e prefazione di Giuliano Ferrara. Probabilmente qualcuno mi ha regalato il volume in occasione del Natale. Il libro porta come sottotitolo: “Dialoghi sui temi ultimi”.
La prefazione di Giuliano Ferrara, il direttore de “Il foglio”, è come sempre brillante, tagliente, esagerata, il contenuto mi pare però molto più modesto di quanto Ferrara dica del suo giornalista.
Sinceramente non è un libro da consigliare ad uno che entra in ospedale per un intervento notevole perché tratta di personaggi del nostro tempo che per un motivo o per l’altro hanno avuto a che fare con il dolore, la malattia e la morte; 269 pagine di disgrazie di sofferenze di ogni tipo. Nel volume ci sono pure sprazzi di luce, di speranza, però in definitiva si tratta di una numerosa galleria di persone colpite dal destino che hanno raggiunto la fine attraverso le strade più impervie ed amare.
Tutto sommato non mi ha fatto male anche se tutti quelli che sono venuti a trovarmi pensarono di cattivo gusto questa scelta.
Il pensiero che tanta gente ha sofferto più di me, è stata più sfortunata, mi sta aiutando a non voler essere un privilegiato e ad accettare tutto quello che il buon Dio pensa bene di mandare.