Con la concorrenza migliora anche il trasporto dei defunti

Fino a l’altro ieri gestiva il trasporto dei defunti una impresa, che aveva subappaltato dalla Vesta, suddetto servizio. Normalmente l’impresa era definita municipalizzata in quanto il Comune solamente aveva la prerogativa di poter occuparsi del trasporto dei defunti.

Non ho mai capito bene come andassero le cose. Molto probabilmente ci guadagnava la Veritas senza sporcarsi le mani avendo il solo merito di procedere al subappalto, ci guadagnava di certo chi in realtà faceva il servizio e più ancora di certo ci perdeva il Comune dovendo ogni anno ripianare un bilancio malconcio e scriteriato con somme rilevanti.

Arrivò una legge che abolì la privativa del Comune essendo ormai lampanti che i comuni non sanno gestire, sono sempre in perdita e fanno malissimo ogni cosa a cui mettono mano. Nonostante questa legge si andò avanti per anni con una tiritera di rinnovi dell’appalto, finalmente anche l’ultimo anello della catena è fallito!

Ora ogni singola impresa si arrangia per conto proprio, come avrebbe dovuto avvenire fin dal principio se una certa sinistra non fosse infatuata per una gestione pubblica che sempre e in tutti i campi è onerosa e scalcinata.

Da un po’ di tempo a questa parte sto accorgendomi che il regime di concorrenza affina il servizio: necrofori con divisa, ingaggiati e corretti, senza problemi per sollevare il cofano come invece avveniva un tempo.

Ora poi si è arrivati a delle “liturgie” specifiche che riescono perfino a sorprendermi, quelli di una agenzia rimangono impietriti sull’attenti accanto al feretro finché non esce il prete per la messa, quelli della Caritas hanno aggiunto il segno di croce contemporaneo prima di lasciare il feretro per la funzione.

Tutto questo diventa il segno della validità del libero mercato e l’ulteriore condanna del collettivismo dell’utopia marxista!
E’ poco, ma meglio di niente?

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