Il successo de L’Incontro è una grande responsabilità

Mi pare che sia normale e comprensibile che ci siano molte più persone che conoscono me che quelle che io conosco.

Quando parlo dall’altare la domenica più di 250 persone hanno ben in vista la mia zazzera bianca e sentono la mia voce roca, mentre di fronte a me sta una folla indistinta di gente delle quali neppure cerco di distinguere il volto per non perdere il filo del discorso. Io poi molto spesso tengo, sempre per la stessa ragione, gli occhi socchiusi perciò ben difficilmente memorizzo i volti. Ora poi che a motivo dei “bond paradiso” se ne sono occupati i giornali e la televisione delle mie avventure, mi sento salutare per nome in ogni luogo in cui mi rechi.

Qualche giorno fa stavo portando in ospedale una grossa borsa di copie dell’Incontro, quando una signora di mezza età, accompagnata dal marito, vedendo spuntare dalla borsa la facciata del periodico, mi chiese di dargliene una copia. Nel ringraziarmi ebbe modo di dirmi: “Lo leggo ogni settimana con interesse, lo legge pure mia madre ed anche mio figlio!”

Sono stato particolarmente felice di questo indice di gradimento senza dover pagare aziende di indagine demoscopica. D’altronde io ho modo di constatare l’andamento de “L’incontro” dagli espositori della mia “parrocchietta tra i cipressi” e ho modo di vedere che per quante copie ne porti, a mezzogiorno della domenica non se ne trovano più.

Sono tanto contento di poter parlare ogni settimana a migliaia di persone di ogni età; credo che siano pochi i preti, anche delle più grosse parrocchie ad avere una massa così numerosa di ascoltatori, ma sento però anche la grave responsabilità di parlare ogni settimana a tanta gente, pur aspettando a giorni gli 81 anni!

Ho dato le dimissioni dalla mia parrocchia di seimila abitanti per il timore di non essere più all’altezza di aiutare tanta gente a trovare la strada buona per il Cielo, e me ne trovo ora praticamente almeno tre volte tanta!

Papa Giovanni una volta che l’ho incontrato in Vaticano, mi confidò che da quando la sua diocesi era diventata grande come il mondo, aveva sentito il bisogno di dire tutte tre le parti del rosario, i misteri gloriosi, dolorosi e gaudiosi.

Penso che dovrò pure io aumentare la preghiera per le persone che mi leggono e mi ascoltano!

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