Più di una volta ho manifestato la mia preoccupazione che nel Centro-sinistra, area coperta dal Partito Democratico, non fosse dato spazio per la rappresentanza politica dei cattolici che pur sono presenti in maniera, credo consistente anche all’interno di quel partito.
Sarebbe un guaio serio se in un partito che si candida a governare il Paese, la componente che esprime il pensiero cristiano non fosse presente!
Il timore nasceva dal fatto che Bersani e molti suoi compagni, che si sono “convertiti” dal pensiero del comunismo reale, rappresentato da Stalin, Beria, e da tutta quella nomenclatura nota per le “purghe” feroci che ha soppresso a milioni gli oppositori o i presunti tali, alla democrazia di tipo “Occidentale”, nonostante la “conversione” hanno mantenuto qualche nostalgia dell’educazione ricevuta nella loro infanzia a Botteghe Oscure e che talvolta, e non troppo di raro, riaffiora nei loro interventi. Comunque a parte queste posizioni di carattere ideologico, che capisco non sia facile ripulire, senza un battesimo autentico, essi hanno mantenuto, anche dopo la “conversione”, una organizzazione efficiente. Difatti nonostante il velleitarismo un po’ infermo e un po’ esasperato di Franceschini essi se lo sono “bevuto” alle primarie come un bicchiere d’acqua fresca!
Il mio timore è stato superato dal fatto che la Rosi Bindi sia stata scelta da Bersani come presidente del Partito.
Una attuale consigliera comunale della giunta Cacciari, un tempo mi ha presentato la Rosi Bindi come appartenente ad uno dei tanti movimenti religiosi di carattere laicale, i cui membri pur vivendo nel mondo praticano i consigli evangelici, facendo il voto di povertà, castità ed obbedienza.
Io non posso garantire che ciò sia vero, perché sentendo la Bindi talvolta non mi pare proprio un modello di moderazione e di carità cristiana, specie con gli avversari politici, ma se lo fosse, avere una “suora” come presidente del partito che aspira all’alternativa di governo, non solo dovrebbe rasserenare me, vecchio e povero prete, ma pure il Papa e l’intera chiesa italiana.
Per ora consoliamoci con la speranza “che se son rose fioriranno!”