La lunga odissea del Don Vecchi 4…

Spero che l’opinione pubblica della nostra città non abbia abbinato i nostri frequenti annunci di prossima apertura del cantiere del don Vecchi di Campalto, alle parole del coro di certe opere liriche in cui si ripete quasi ossessivamente “Partian, partian” ma in realtà esso rimane immobile sulla scena, incollato al pavimento del palco, nonostante le modulazioni diverse con cui motiva l’intenzione di partire.

Avevamo avuto assicurazioni incoraggianti, anzi certe, dal nostro tecnico l’architetto Giovanni Zanetti, che non solamente l’amministrazione comunale, ma anche i relativi tecnici degli uffici preposti alla concessione, erano non solamente consenzienti, ma anzi intenzionati ad adottare un percorso veloce e semplificato perchè si potesse procedere all’apertura del cantiere. Questi annunci i lettori de “L’incontro”, ma pure della stampa cittadina quale “Il Gazzettino”, “La nuova Venezia”, “Gente Veneta”, hanno potuto leggerli in primavera, prima delle ferie estive, dopo le ferie estive, all’inizio dell’autunno.

Nonostante questo, il coro sta ancora canticchiando sempre più svogliatamente “Partian, partian”

Il maestro del coro, sollecitato con sempre più impazienza e frequenza, ci offre delle spiegazioni che un comune mortale e per di più vecchio come me, non riesce proprio a comprendere.

Pare impossibile che il comune, rappresentato operativamente da un apparato burocratico elefantiaco, a dir poco, quattromila e seicento dipendenti, la più grossa ed improduttiva azienda del territorio, non riesca ad approvare in poco tempo, un progetto che gli permetta di avere a disposizione trecento alloggi per gli anziani più poveri della città.

Nonostante possa verificare che quelli esistenti, sono ambienti signorili, gestiti in maniera tale che anche chi ha la pensione minima vi può vivere senza mendicare nulla da nessuno e senza pesare sui figli!

Al tempo del don Vecchi 1° l’allora neo assessore Armando Favaretto, di fronte alle mie vivaci rimostranze mi aveva promesso che da allora in poi i cittadini del Comune di Venezia avrebbero avuto risposta ai loro progetti al massimo entro 15 giorni.
Dolce chimera!

Chiedo al sindaco Cacciari, che prima di lasciare l’amministrazione, mandi per qualche giorno in Austria tutti i funzionari dell’edilizia pubblica e privata, là mi si dice, fanno in un giorno ciò che i nostri fanno in un anno!

Questa non è una mia sparata, l’ha detto la nostra televisione di Stato un paio di settimane fa. Quello che poi non capisco è come mai Brunetta non cominci far pulizia nella sua città?

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