Da qualche tempo presta servizio presso l’associazione di volontariato “Carpenedo solidale” un signore che pensavo arabo o musulmano.
Sono ormai più di uno gli stranieri dell’Est Europa, dell’Africa settentrionale e del Centro America che si sono uniti nell’opera di solidarietà dei nostri volontari nelle varie associazioni che operano al don Vecchi.
Spinto dalla curiosità, chiesi a questo brav’uomo se fosse musulmano, infatti sono la maggioranza i seguaci di Maometto che frequentano i nostri magazzini, e con mia sorpresa mi rispose: “Sono iraniano!” e vedendo la sua disponibilità al dialogo, soggiunsi: “E’ Maomettano?” – “No” rispose “Sono semplicemente un credente, la mia religione non ha un nome, crediamo semplicemente in Dio”.
Il colloquio finì li, ma io continuai ad osservare il comportamento particolarmente dolce, disponibile, cortese e buono di questo straniero sempre pronto a sobbarcarsi ogni fatica.
Qualche giorno fa, facendo particolarmente freddo, chiese di acquistare un giaccone, indumenti del genere ne abbiano a vagoni!
Il dirigente dell’associazione intese donargli l’indumento, ma lui insisteva, a tutti i costi, a pagare, il seppur prezzo esiguo, ma questo responsabile cosciente di aver donato a più di un volontario indumenti del genere, rifiutò decisamente l’offerta.
Qualche momento dopo il volontario persiano, consegnò l’offerta alla suora dicendole: “La mia religione mi proibisce di ricevere un dono per un’opera che ho scelto di fare da volontario”.
Quando suor Teresa mi raccontò, ammirata, l’episodio, mi venne da confrontarlo all’operato di un volontario cristiano che porta a casa quanto può arraffare e che all’osservazione di un collega che gli faceva notare quanto questo fosse disdicevole, rispose: “Ma che volontariato è se non mi torna qualche vantaggio?”
D’ora in poi farò più fatica a pensare che i cristiani abbiano, come credevo, una corsia preferenziale per entrare in Paradiso!”