Ho letto con una certa curiosità qualche articolo sulla vicenda del direttore dell’Avvenire. Confesso che non sono riuscito a capire cosa ci sia sotto a questa vicenda e i motivi che ha determinato questo mezzo uragano sociale all’inizio dell’autunno.
Meno ancora ho capito che la vita privata non debba essere una componente che misura la consistenza morale e sociale di un uomo impegnato nelle vicende del nostro Paese.
Che Berlusconi non sia un santo l’ha detto lui stesso, non credo neanche che si debba pretendere la “santità” da un capo di governo, basterebbe l’onestà, il rigore morale la correttezza familiare, questo dovrebbe essere il minimo requisito per porsi a capo di un popolo che ha soprattutto bisogno di serietà morale e di testimonianza.
Forse neanche Boffo, da quel poco che ho capito, pare sia un santo anche se ha sempre bazzicato per le sacrestie e nelle Curie vescovili.
A differenza di Berlusconi, lui mi pare abbia l’aggravante di non ammetterlo pur di fronte ai documenti del tribunale. I vescovi poi, che almeno all’inizio della loro carriera, dovrebbero aver confessato qualche volta, avrebbero dovuto sapere quanto fragile sia l’uomo, se anche la Bibbia afferma che anche il giusto pecca sette volte al giorno!
Perciò hanno fatto una figura un po’ pellegrina dando patenti di moralità solo perché l’interessato era un loro dipendente.
La sinistra a sua volta ha fatto ancora una volta una brutta figura pretendendo che la destra non faccia quello che essa ha sempre fatto e la destra non si è dimostrata migliore seguendo anch’essa i cattivi esempi della sinistra.
La misericordia di Dio è, come si sa, tanto grande, io assolverei tutti se si dichiarassero pentiti e decisi di non ricorrere negli stessi peccati o almeno tentassero di non farlo!
Ogni volta che passo per piazza Ferretto e vedo. nei gazebo della Lega, le immagini di un crocifisso fatto a pezzi, tragico emblema – secondo i leghisti – dell’oltraggio da parte di miscredenti e musulmani, mi sento ribollire di sdegno. Ma come! Ma con quale spudoratezza questi individui possono protestare contro chi “misconosce” il Cristo quando sono loro stessi a negarlo e a offenderlo? Che cosa sono, infatti, quei loro manifesti che incitano a ricacciare nei loro paesi di miseria gli extracomunitari se non un oltraggio a quella Croce che è simbolo di compassione e di umana solidarietà? A volte mi domando perché un servitore del Cristo non venga lì, davanti a quei gazebo, per ricordare le parole del discorso della Montagna: “avevo fame e mi avete dato da mangiare, avevo sete e mi avete dissetato… ” La barbarie trova alimento proprio nel silenzio di chi dovrebbe gridare ai quattro venti: “Tacete voi che non conoscete pietà e carità. La Chiesa vi dice che è indegno servirvi, per in vostri meschini disegni, di Colui che fu misericordia e amore”. Rina Pesce