Da “CAMMINIAMO ASSIEME” – 1 aprile 2018
settimanale delle parrocchie di Sant’Andrea e San Pietro di Favaro Veneto
Questa settimana la redazione se la cava mettendo in bocca ai quattro sacerdoti che hanno la cura pastorale di queste due comunità – don Andrea, don Marino, don Massimiliano e don Michele . un augurio breve ma bello, scoperto in uno dei vecchi messali dell’800 della parrocchia e da una riflessione, pure bella, del grande vescovo don Tonino Bello, come si faceva chiamare.
Bello e ordinato il foglio, c’è da augurarsi che prima o poi questi sacerdoti si rendano conto che i millecinquecento parrocchiani praticanti, ma soprattutto gli ottomilacinquecento parrocchiani non praticanti, avrebbero bisogno di qualcosa di più e, forse, di diverso.
don Armando
BUONA PASQUA!
Cristo è risorto!
E’ veramente risorto!
Questo è il vero augurio che i discepoli di Gesù si scambiano oggi.
Il volto di Dio manifestato in Gesù è il volto del crocifisso per amore che vince il male e la morte. Proprio mentre non si ribella all’odio e al rifiuto e accetta anche di essere crocifisso ed eliminato, Dio vince. Non cede, non si lascia prendere dall’odio e dalla vendetta. Ama fino alla fine, anche chi lo mette in croce.
Ama tutti e tutto, sempre e comunque.
L’amore di Dio vince. Il male e la morte non hanno l’ultima parola.
Buona Pasqua!
d. Andrea, d. Marino, d. Massimiliano, d. Michele
(Stampa tratta da uno degli antichi messali in uso nella nostra chiesa nel 1800 e conservato nell’archivio parrocchiale)
DEI MACIGNI ROTOLATI
Vorrei che potessimo liberarci dai macigni che ci opprimono, ogni giorno: Pasqua è la festa dei macigni rotolati. E’ la festa del terremoto.
La mattina di Pasqua le donne, giunte nell’orto, videro il macigno rimosso dal sepolcro. Ognuno di noi ha il suo macigno. Una pietra enorme messa all’imboccatura dell’anima che non lascia filtrare l’ossigeno, che opprime in una morsa di gelo; che blocca ogni lama di luce, che impedisce la comunicazione con l’altro.
E’ il macigno della solitudine, della miseria, della malattia, dell’odio, della disperazione del peccato. Siamo tombe alienate. Ognuno con il suo sigillo di morte.
Pasqua allora, sia per tutti il rotolare del macigno, la fine degli incubi, l’inizio della luce, la primavera di rapporti nuovi e se ognuno di noi, uscito dal suo sepolcro, si adopererà per rimuovere il macigno del sepolcro accanto, si ripeterà finalmente il miracolo che contrassegnò la resurrezione di Cristo.
Tonino Bello, vescovo