Dio non è un “re travicello”!

Una delle mie insistenti preoccupazioni a livello spirituale, sperando tanto che non diventi una mania, è quella di far sì che l’essere credente nel messaggio e nella persona del Cristo, non si riduca ad atto formale.

Io sono arciconvinto della necessità che il fedele partecipi all’Eucarestia domenicale, lo faccia seriamente, in maniera devota e partecipe, ma mi preoccupa alquanto che una volta assolto il dovere della frequenza, della correttezza e della partecipazione attiva, tutto si riduca a questo e non ci sia invece un confronto a tutto campo col Cristo che parla con te che dimostra interesse ai tuoi problemi, che ti dà consigli e semmai rimprovera.

La mia preoccupazione è che il fedele instauri un rapporto con Cristo, come una persona attuale, con cui si deve avere un dialogo esistenziale vivo, fecondo ed efficace, anche talvolta critico, burrascoso, o tenero ed affettuoso.

Qualche settimana fa ho avuto il bisogno di mettere a fuoco questo argomento in occasione del brano del Vangelo in cui si raccontava che i discepoli di Gesù, mandati in missione, tornano per riferire il risultato e le difficoltà incontrate durante il loro servizio. Gesù li ascolta e poi, vedendoli stressati, li invita ad un momento di quiete e di riposo.

Non so quanti fedeli alla domenica facciano questo e meno che meno conosco i dialoghi che dovrebbero essere sempre appassionati, che essi intrattengono con l’inviato da Dio.

Se tutto si riducesse alle botte e risposte, prefabbricate della liturgia, sarebbe un guaio, una delusione ed una perdita di tempo la stessa messa.

Mi ha fatto impressione, ma anche mi ha convinto, un padre del deserto che diceva al suo discepolo che la preghiera non era quella di un coro ben educato che salmodiava, ma le imprecazioni di un contadino che protestava con Dio per la tempesta che avevano subito i suoi campi.

Lui, il contadino da credente riteneva giusto protestare col titolare, mentre se il credente o meglio il pseudo credente non gli pare neppure valga la pena pigliarsela con chi può tutto, vuol dire che in realtà lo considera un “re travicello”!

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