“Amiens Peato, sed magis amica verità!”

Ci sono detti popolari che spesso hanno fatto fortuna quasi solamente perché formulati con una rima che facilita la memoria, ma che di sapienza ne contengono ben poca.

Mio padre spesso faceva il meteorologo usando qualche proverbio probabilmente imparato dal calendario “Bepogallo da Casier”: “Nuvole a pecorelle, pioggia a catinelle!”

Altri detti, condensati in frasi ormai diventate universalmente note, che hanno una maggior consistenza culturale, e c’è sempre qualcuno, dalla felice memoria, che le cita a proposito consolidando una certa sapienza popolare che costituisce un aspetto della cultura propria della civiltà dei veneti.

Qualche tempo fa mi è capitato sotto mano una pubblicazione di questo genere in cui ho trovato tanto del buon senso e del criterio della nostra gente.

Vi sono poi delle sentenze, che ci giungono dai secoli, che costituiscono, non solo una chiave interpretativa degli eventi, ma contengono una utopia, seppur modesta e parziale, ma valida e stimolante, tanto da essere sempre là pronta ad orientarti e stimolarti.

Qualche giorno fa pensavo a quanto bene mi ha fatto una sentenza, imparata sui banchi del liceo, durante le lezioni di storia della filosofia: “Amiens Peato, sed magis amica verità!” Stimo ed amo Peatune per il suo intuito e la sua saggezza, però scelgo e preferisco in ogni caso la verità.

Possedere un certo patrimonio di questi contenitori di sapienza aiuta a valutare a fare scelte più nobili, più alte e più libere.

Questa “sentenza” mi ha sempre aiutato a fare scelte di libertà, per cui trovo ancora il coraggio di guardarmi allo specchio, anche se mi ha costretto a pagare, talvolta prezzi consistenti per essere fedele, comunque le sono riconoscente!

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