Il piacere di un caffè

Nel nostro “ipermercato” – chiamiamolo così solamente perché in questi nostri magazzini della solidarietà i concittadini che sono in difficoltà d’ordine economico, possono trovare un po’ di tutto: dai generi alimentari, ai mobili, dagli indumenti, alla frutta e verdura, dall’arredo per la casa, ai pannoloni e ai supporti per gli infermi – si trova però solamente tutto di quello che ci donano e non sempre disponiamo di quello di cui i poveri hanno bisogno.

Per grazia di Dio, ogni giorno riceviamo tante offerte, ma spesso quelle più necessarie non arrivano e questo ci dispiace alquanto perché siamo convinti che chi è povero ha bisogno e, diciamolo convintamente, ha pure diritto d’avere non solo l’indispensabile per sopravvivere ma pure quello che rende più confortevole la vita. In questi casi ci dispiace alquanto non dare risposte positive a certe legittime richieste.

In questi ultimi tempi, ad esempio, non avevamo neppure un chicco di caffè. A questo mondo c’è sempre qualcuno che ha pure delle ottime idee, ma poi pretenderebbe che fossero gli altri a realizzarle! A questo proposito degli amici ci avevano più volte suggerito di andare a chiedere aiuto a chi produce quello di cui abbiamo bisogno. E nel caso specifico del caffè, ci dissero che a Preganziol c’è chi “lo produce”. Fortunatamente il nostro amico e collaboratore, l’ingegner Giordano Serena, aveva una persona che ci poteva presentare ai proprietari.

Io assieme a suor Teresa e all’ingegnere siamo andati a chiedere elemosina per i nostri poveri. Vi confesso che chiedere è sempre imbarazzante, specie per me che sono fondamentalmente un timido! D’istinto però mi vennero in mente i frati, che un tempo andavano alla questua e quindi idealmente mi misi sulle spalle la bisaccia dei frati mendicanti e mi presentai assieme ai due cari colleghi alla proprietaria di questo “stabilimento”.

La giovane signora ci accolse con estrema cortesia, mettendoci a nostro agio. Presentammo la nostra “impresa” e la relativa richiesta di aiuto. Con nostra felice sorpresa si dichiarò ben felice di poter collaborare con noi per fare un po’ di bene anche lei, offrendoci gratuitamente, seduta stante, mezzo bancale di caffè cioè 600 pacchetti da 250 grammi al pezzo, aggiungendo che se avessimo bisogno dell’altro ci avrebbe fornito il caffè a prezzo di costo, tanto che ne ordinammo un altro bancale e mezzo.

In questi giorni pensando all’accoglienza e alla generosità di questa giovane donna m’è parsa perfino tanto bella e mi ha convinto soprattutto che il caffè Goppion è il più buon caffè che ci sia in commercio, tanto che sento la gioia e il piacere di suggerirlo a tutti i miei concittadini: il caffè di chi crede alla solidarietà è in assoluto il migliore!

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