La Voce – Anno 1 – n° 7 – 22 novembre 2020

IL CUORE DEL VANGELO DI QUESTA DOMENICA

Questo è il “codice di Dio”, codice sul quale saremo giudicati: avevo fame, ho avuto sete, ero un migrante, non avevo di che vestirmi, sono stato in carcere e tu cosa hai fatto per me? La prova dell’autenticità della fede è soltanto la solidarietà!

BREVI RIFLESSIONI DI UN PRETE ULTRANOVANTENNE

Il domani col volto di donna

Su “Il Gazzettino” del 13 ottobre ho letto che il nostro Patriarca ha finalmente inserito una donna ad un certo livello dell’organico della Curia. Una splendida notizia, a mio avviso!
Qualche giorno dopo ne ho letta una ancora più bella: il Papa ha fatto la stessa cosa nell’organico dei dicasteri del Vaticano.
Papa Bergoglio, che non cessa di sorprenderci spalancando ogni giorno di più le porte della Chiesa perché il domani entri bene accolto da noi discepoli del Risorto, ha aggiunto che la Chiesa è decisa a valorizzare sempre di più il ruolo della donna.
Personalmente ritengo che questo cambiamento sia avvenuto molto tardi e soprattutto “troppo poco”!
Da sempre ho sognato e desiderato che la Chiesa sia la prima a captare il luogo e il tempo nel quale il Signore fa nascere il domani, mentre continuo a constatare, con rammarico, che ciò avviene troppo tardi! Del “troppo tardi” non vale la pena parlare perché “acqua passata non macina più”, mentre del “troppo poco” sono convinto che sia giusto e doveroso parlare a voce alta.
Ogni membro della chiesa, della quale fortunatamente anche io faccio parte, pur con cautela, rispetto e pazienza è tenuto a esprimere la propria opinione affinché la Chiesa cammini sempre più al passo con i tempi nuovi.
Sono convinto che la società civile abbia compiuto più di qualche passo avanti per quanto concerne il ruolo dell’emancipazione della donna.
Alcune manifestazioni femministe, quasi sempre scomposte e volgari, sono comunque degne di nota, perché sono state espressione di un malessere e di un’ingiustizia, purtroppo atavica, ma comunque sono state un campanello dall’allarme sulla necessità di un doveroso cambiamento.
Credo che avvertiremo un po’ tutti con piacere questa crescita comprovata anche dalle molte forme di emancipazione che ogni giorno s’impongono alla nostra attenzione.
Sui mass media le donne hanno occupato brillantemente la scena e fanno una gran bella figura: sciolte, preparate, disinvolte, brillanti e anche piacevoli!
Mi auguro che questa tendenza si manifesti rapidamente anche nella Chiesa in modo che non ci siano solo suore impegnate negli asili e nei ricoveri!
Una ventina di anni fa ho auspicato che il ministero sacerdotale potesse essere esercitato non soltanto da uomini vedovi o sposati ma anche da donne nubili, sposate o vedove a patto che fossero creature ricche di fede e di amore per il prossimo.
Attualmente, data la scarsità di vocazioni al sacerdozio, si sta raschiando il fondo del barile per raccogliere quel poco che resta, ma nel mare grande della Chiesa penso che si possa trovare ancora una folla di persone disposte a dare voce e presenza affinché Cristo parli e salvi anche gli uomini del nostro tempo.
Papa Luciani nei suoi pochi giorni di pontificato ha affermato che Dio è Padre ma è anche Madre. Mi pare che così debba essere anche per gli uomini e le donne, perché siamo tutti fatti a immagine e somiglianza di Dio.

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