Da “L’INCONTRO” – 8 aprile 2018
settimanale della Fondazione Carpinetum
Il periodico, che attualmente ha carattere monografico, dedica questo numero alla “peste odierna”, la droga. L’articolo del coordinatore del settimanale, il dott. Alvise Sperandio, affronta il problema della droga a Mestre indicando luoghi, modalità e protagonisti di questo triste fenomeno. Però tutto il periodico affronta l’argomento, da angolature diverse.
A mio modesto parere spingerei la società a soluzioni più radicali: non la prigione, ma la condanna ad alcuni anni di lavoro da svolgersi in una delle isole disabitate del nostro Paese.
Segnalo l’articolo di don Fausto Bonini che ricorda Martin Luther King in occasione del cinquantenario della sua uccisione, perché questo è certamente uno dei personaggi più significativi del nostro tempo.
don Armando
L’analisi
Una piaga sociale
di Alvise Sperandio
Gli undici casi di overdose nell’ultimo anno sono la spia della grave emergenza in atto.
Dalla zona della stazione fino al parco Bissuola dilagano lo spaccio e il consumo di droga
Droga, tanta droga. Mestre ha il guaio di essere diventata centro di spaccio di stupefacenti di ogni genere. Ci sono tossici che vengono da altre città e regioni soprattutto per procurarsi al mercato gestito dagli africani quella che viene chiamata “eroina gialla”. Una sostanza potentissima che nell’ultimo anno ha mietuto 11 vittime di overdose in tutta la provincia, morte per strada o in qualche anfratto di luoghi abbandonati dove si erano nascoste per un buco rivelatosi letale. Altre 15 persone, nell’ultimo periodo, sono state salvate in extremis grazie all’intervento del Suem. L’emergenza è diffusa. Attorno alla stazione ferroviaria i pusher operano a tutto campo offrendo spudoratamente “roba” all’aria aperta, come si può constatare facendo un giro tra via Trento e via Monte San Michele a qualsiasi ora del giorno. I residenti e chi lavora in zona si sentono sotto assedio di gente senza scrupoli, pronta a tutto pur di farsi gli affari propri sulla pelle delle persone e della sicurezza pubblica. E chi, come Luigi Coro del Comitato Marco Polo, prova a riportare l’ordine e la legalità, finisce al Pronto Soccorso perché picchiato ripetutamente.
C’è, poi, il parco Bissuola, un tempo simbolo del riscatto dal sacco urbanistico della città e oggi, com’è noto, emblema del degrado e della paura. L’operazione di demolizione dei “cubi” nel piazzale, dove i pusher si nascondevano, si è rivelata fallimentare per il semplice motivo che sono andati a spacciare poco distante. Ma tante altre aree verdi sono critiche: il parco di villa Querini e di via Olimpia, il giardino di via Antonio Da Mestre, quello di via Piave e di piazzale Bain-sizza. Prova ne è che ogni mese Veritas raccoglie centinaia di siringhe abbandonate a terra dopo l’utilizzo. Uno scenario abituale anche alla Giustizia, non molto distante dal servizio “Drop-In” per la riduzione del danno, dove si trova la tristemente famosa ex segheria frequentata dai tossici. Nel contempo, nelle farmacie si registra un sensibile aumento di persone che le chiedono per farsi in vena, presentandosi con scuse di tutti tipi, talvolta persino con figli minori al seguito. In questo contesto le forze dell’ordine fanno tutto il possibile per braccare i seminatori di morte e per arginare il problema che rischia di coinvolgere sempre più giovani, ma anche adolescenti disponibili a fare le prime esperienze con gli stupefacenti. Il commissario capo della Polizia locale, Gianni Franzoi, ha riferito che il numero di assuntori di droga in città è triplicato negli ultimi tre anni. In Prefettura sono state segnalate 159 persone, con un trend in crescita esponenziale: 28 casi nel 2015, 59 nel 2016 e 72 nel 2017. Un dato parziale, perché sono escluse le rilevazioni della Polizia di Stato, Carabinieri e Guardia di Finanza, ma che già da solo è la cartina di tornasole del fenomeno. Di pari passo è boom di sequestri, visto che da inizio anno sono quasi 5 i chilogrammi di droga tolta dal mercato e lo scorso sono stati addirittura 28, soprattutto marijuana e hashis il cui punto di snodo principale è proprio il parco Bissuola. L’emergenza più grave, in ogni caso, resta l’eroina gialla” consumata da tossici storici in cerca d’altro e da clienti nuovi. Se ancora ci fosse qualche dubbio sugli effetti devastanti che provoca, si consiglia di rivedere il filmato shock mandato in onda qualche mese fa dalla trasmissione Nemo della Rai, che ha dedicato un’inchiesta alla situazione mestrina. Lo si trova facilmente su Youtube.
Il punto di vista
Profeta della non violenza
di don Fausto Bonini
Il celebre discorso
Ai primi di aprile del 1968, giusto cinquant’anni fa, Martin Luther King teneva un discorso a Menphis, nel sud degli Sati Uniti. Un discorso diventato poi famoso, in cui affermava: “Sono stato in cima alla montagna”. Come Mosè sul monte Nebo, così Luther King da quella montagna aveva visto la Terra promessa dove il suo sogno di fraternità fra neri e bianchi si sarebbe realizzato, ma forse, come a Mosè, neppure a lui sarebbe stato possibile entrarci personalmente in quella terra. Concludeva dicendo: “Sono felice stasera. Non ho paura di nulla e di nessuno”. Il giorno dopo questo discorso, il 4 aprile 1968, Martin Luther King veniva assassinato. Aveva solo 39 anni.
“I have a dream”
Martin Luther King era nato nel 1929. Figlio di un pastore battista era diventato lui pure pastore. Era affascinato dall’insegnamento di Gandhi, oltre ovviamente da quello di Gesù, e ha fatto della non violenza il perno di tutte le lotte contro l’emarginazione dei neri d’America. Famoso il discorso che tenne a Washington nel 1963 di fronte a 200.000 persone: “I have a dream. Sogno un luogo in cui i bambini e le bambine neri e bianchi potranno tenersi per mano e camminare insieme… Un mondo in cui riusciremo a lavorare insieme, a pregare insieme, a lottare insieme, ad andare in prigione insieme, sapendo che un giorno saremo liberi”. In quello stesso anno usciva un volume che raccoglieva molte delle sue omelie. Qualche anno dopo, nel 1967, un anno prima della sua uccisione, quella raccolta di omelie veniva tradotta in italiano da Ernesto Balducci e pubblicata dall’editrice Sei. L’ultima ristampa, o almeno quella che è in mio possesso, è del 2014 e si intitola La forza di amare. “I sermoni qui raccolti – scriveva Ernesto Balducci nell’aprile del. 1968 – sono intrisi di passione umana e cristiana… di Vangelo e cronaca di questo mondo…”.
La forza dì amare: omelie sulla non violenza
Concludo suggerendovi la lettura di questo breve testo diventato famoso perché esprime con coerenza cristiana come va vissuto il comandamento di Gesù “amate i vostri nemici”. King scriveva: “Ai nostri più accaniti oppositori noi diciamo: noi faremo fronte alla vostra capacità di infliggere sofferenze con la nostra capacità di sopportare le sofferenze; andremo incontro alla vostra forza fisica con la nostra forza d’animo. Fateci quello che volete, e noi continueremo ad amarvi. Metteteci in prigione, e noi vi ameremo ancora. Lanciate bombe sulle nostre case e minacciate i nostri figli, e noi vi ameremo ancora… L’amore è il potere più duraturo che vi sia al mondo”. Il sognatore Martin Luther King ha visto lontano e le sue suggestioni sono valide ancora oggi. Il resto del suo pensiero lo trovate nel volume La forza di amare. La sua lettura potrebbe far nascere anche in noi qualche bel sogno.