Da “DIMENSIONE PI” – 29 ottobre 2017

Da “DIMENSIONE PI” – 29 ottobre 2017
settimanale della parrocchia di San Marco di viale san Marco

L’editoriale del parroco è una bella riflessione di don Marino Liviero il quale, vedendo una serie di fotografie nelle quali appaiono i volti dei membri e dei protagonisti della vita della parrocchia di un tempo, conclude che nulla va perduto e che la proposta fatta dalla parrocchia o fiorisce e matura in essa, oppure si realizza dove questi parrocchiani si spostano in altre comunità. E’ giusto quindi avere un orizzonte vasto e lavorare avendo presente più la Chiesa che la propria “chiesola”.

CI SONO ANCORA? TUTTI?

In questo periodo alcuni amici hanno scaricato in FB una valanga di foto di quando erano giovani e tutti insieme facevano gruppo in questa parrocchia. Quanti erano! E che gioia, che serenità traspare la quelle immagini! Camminate in montagna, scherzi, giochi, recite, momenti di dialogo e momenti di preghiera. Naturalmente la più parte non li conosco e quelli che conosco…beh! erano diversi allora, erano giovani. Ora sono uomini, donne, madri e padri di famiglia, persone impegnate in vari settori Iella vita lavorativa e professionale. Quelli che sono rimasti legati alla nostra parrocchia, ho imparato i conoscerli anch’io, e a stimarli. E gli altri? Quelli che sono in zona e quelli che si sono trasferiti altrove ci sono? hanno conservato i doni ricevuti? Li stanno “restituendo” impegnandosi nelle loro comunità? E’ naturale che chi si trasferisce faccia fatica ad inserirsi in un ambiente nuovo che non conosce, soprattutto se è molto lontano da qui. Ci sono giovani di allora che si sono sposati e hanno trovato casa qui a Mestre o poco lontano e continuano a venire e a lavorare qui in parrocchia; i figli partecipano alla catechesi e ai gruppi che ci sono qui. Quanti hanno dovuto allontanarsi, quali difficoltà hanno trovato? Hanno conservato la fede e la pratica cristiana? So di alcuni di questi giovani di allora, ma anche più recenti, che danno un buon contributo alla vitalità delle loro attuali parrocchie. E’ bello questo; è una forma di missionarietà e di collaborazione fra comunità; è un modo di far fruttificare ovunque i talenti e i doni ricevuti.
Ho visto anche qualche “rimpatriata” di ex. E’ positivo creare occasioni di reincontrarsi tra vecchi amici: si ristabiliscono relazioni, ci si aggiorna sulle proprie vicende personali e familiari, ci si può aiutare trovandosi in difficoltà. Può essere l’occasione, per chi le vicende della vita abbia fatto allontanare dalla fede e dalla comunità cristiana, di riscoprire, di provare nostalgia di quella fonte che negli anni giovanili ha dissetato la sete di significato e di valori.

Don Mario Liviero

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