Da “SEGNO DI UNITA’” – 22 ottobre 2017

Da “SEGNO DI UNITA’” – 22 ottobre 2017
settimanale della parrocchia di Santa Maria della Pace di Bissuola

Oltre i soliti avvisi e gli appuntamenti per le celebrazioni dei “Santi” e dei “Morti”, il periodico riporta la relazione fatta dal diacono giovane che opera in parrocchia il quale si è recato nel Benin a visitare e portare aiuto a delle missioni seguite dalla sua comunità di Santa Maria della Pace e da altre parrocchie.

L’aiuto alle missioni mediante incontri diretti rende sempre più credibile e fecondo questo rapporto e crea anche una mentalità più solidale col mondo intero.

LA MISSIONE IN AFRICA DEL DIACONO GIOVANNI

Carissimi parrocchiani buongiorno! Sono il diac. Giovanni. Da un po’ di giorni sono ritornato dal viaggio che ho fatto in Africa; ora voglio darvi alcune informazioni.
I bagagli quest’anno si sono riempiti oltre dei capi di biancheria e vestiario, anche di circa seimila euro provenienti dai vari mercatini e da molte offerte ricevute personalmente. Come già sapete, sono stato in Benin, dove ho concluso il primo progetto consistente nell’arredo di cinque aule scolastiche: La madre superiora, ringraziando per l’opera compiuta, con il sorriso sulle labbra ha lanciato un’altra esca, dicendomi: «Giovanni, avremmo la necessità di costruire una grande aula polivalente per questi studentelli: qui farebbero merenda e poi riposerebbero fino al rientro in aula». Ho assecondato in parte questo suo desiderio, comperando cemento e ferro per iniziare l’opera, senza però onestamente impegnarmi ulteriormente.
È stata una piccola goccia, ma utile. Poi ho continuato a pagare la retta universitaria iniziata due anni fa: altri due anni e la studentessa terminerà il corso. Ho anche avviato il sostentamento per il figlio di una ragazza madre che frequenta la scuola materna. Tutto questo a Porto Novo. Non mi sono fermato qui però. Un sacerdote del luogo che ho conosciuto qui a Venezia e che anche molti di voi conoscono, mi ha presentato un’altra realtà nel villaggio Affanmè: un istituto di religiose che accudiscono un orfanatrofio esclusivamente femminile di età compresa tra i sei e i diciotto anni che frequentano scuole statali. Necessitano di tutto, ma principalmente di materiale scolastico e alimentare. Anche in questa realtà, con il rimanente denaro ho potuto comperare un po’ dell’uno e un po’ dell’altro (chi volesse vedere le foto che attestano tutto ciò può richiedermelo). Queste due madri superiori ringraziano e assicurano una preghiera per tutti coloro che hanno contribuito a tutto ciò. Ora devo dirvi un’altra cosa: ricordate quel detto “una ciliegia tira l’altra”? Bene, ho avuto da un altro sacerdote la richiesta di aiutare un’ulteriore realtà sempre nell’ambito scolastico, in Burkina Faso, altro paese dell’Africa occidentale. Anche in questo caso non ho preso un impegni formale, ho risposto che valuterò la proposta. Dovrò soddisfare anche questa richiesta? Sinceramente non lo so. Mi consola – vi confesso – il fatto che in Costa d’Avorio l’anno scorso ho concluso il progetto dell’allestimento del piccolo ambulatorio pediatrico (molti di voi hanno già visto lefoto), grazie anche alla generosa offerta di una azienda del nostro territorio. Quindi l’impegno per l’anno 2018 potrei rivolgerlo in questo nuovo Paese. Riuscirò? Lasciamo che il tempo maturi le “nespole”.
Come dice Benedetto XVI nella “Deus caritas est”, oltre all’annuncio della Parola di Dio è necessario anche il servizio della carità, “diafonia”, ed io come umile servo cerco di soddisfare al meglio questo mio compito anche se inadeguatamente. Se ho servito male risponderò a Dio del mio operato, se ho servito bene lo devo agli parrocchiani di questa e di altre parrocchie veneziane, alle aziende e alla generosità di alcune singole persone con le loro offerte. Grazie a tutti di avermi fatto diventare uno strumento della provvidenza per quelle realtà sopracitate, apparentemente lontane, ma sempre vicine nei nostri cuori. Il Signore benedica voi e i vostri cari.

Diac. Giovanni

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