Da “IL NOTIZIARIO” – 15 ottobre 2017

Da “IL NOTIZIARIO” – 15 ottobre 2017
settimanale della parrocchia di Santa Rita

Questo foglio contiene una riflessione del parroco quanto mai profonda ed originale sul testo del Vangelo della domenica 28a. In genere i commenti del testo sacro sono un po’ superficiali e più spesso ancora copiati, mentre questo testo di don Gianfranco merita di esser letto con attenzione.

A pag. 3 si annuncia un concerto d’organo. Questa parrocchia possiede l’organo più importante della diocesi, organo col quale tanto di frequente si canta la gloria di Dio. L’ultima pagina è riservata alle notizie riguardanti la vita parrocchiale.

Ritengo opportuno offrire un esempio di questa interpretazione del Vangelo dell’”invito a mozze”. Segnalo pure la notizia del “progetto Gemma” che si fa carico della nascita di un bambino che altrimenti sarebbe stato destinato all’aborto.

 

TUTTI ALLA FESTA DEL REGNO

Se il regno dei cieli è questo, come dice Gesù, nessuno, allora, potrà dire: “Ecco il mio Dio”, il Dio della mia cultura, del mio paese, del mio gruppo di preghiera, della mia religione. In quel giorno, invece, si esclamerà: “Ecco il nostro Dio!»”, il Dio del grande banchetto, il Dio di tutti. E’ una sorpresa e una gioia, oggi, scoprirsi invitati al banchetto del regno di Dio insieme a tutti. Nessuno ha il diritto di sentirsi privilegiato, o rivendicare un’esclu­siva. Quelli che nella parabola evangelica hanno preferito occupparsi dei propri campi o dei propri affari, probabilmente consideravano l’invito non abbastanza selettivo. Forse coltivavano una mentalità elitaria e non avevano nessuna intenzione di mescolarsi con “tutti”. Il messaggio di Gesù è molto chiaro. Il velo della cecità che dovrà cadere dagli occhi non è solo quello che impedisce di conoscere il vero Dio, ma anche quello delle visioni particolaristiche che impediscono di vedere gli altri. “Tutti i popoli”, nella visione del profeta Isaia. Tutti i reclutati ai crocicchi delle strade, nella parabola di Gesù.
La gratuità dell’invito si accompagna ad una straordinaria larghezza e può estendersi oltre ogni limite ragio­nevole. Noi cristiani siamo abituati a collocarci al centro, a pensare di essere i preferiti, almeno fino a quando pratichiamo la Chiesa e ci sentiamo la coscienza a posto. Ci riesce difficile pensare e accettare che chi sta ai margini della Chiesa o non la frequenta possa essere più vicino a Dio di noi. Ci viene quasi istintivo restringere il regno di Dio nei confini della Chiesa. Non è così. Il “nostro” Dio, il Dio di Gesù Cristo, Padre, Figlio e Spirito Santo, non conosce confini.
È il Dio di tutti. A tutti, attraverso il banchetto eucaristico imbandito nelle chiese ogni domenica, offre la sua vita di comunione, anche a chi passa la vita per le strade e non potrà mai ricambiare neanche con un piccolo regalo, purché provvisto del misterioso abito nuziale.

Don Franco

La convivialità è qualcosa di concreto

Mai che nel vangelo si dica: “Il regno dei cieli è simile a un convento, a un eremo, a un convegno intellettuale, o a un incontro di anime…” Si parla, invece, di banchetto e di convivialità. Si mette insieme cibo e amicizia. Corpo e spirito, insieme. Cose materiali, piatti appetitosi di carne e caraffe di vini eccellenti, e gli occhi che non si limitano al piatto, ma vanno a cercare lo sguardo dell’altro, per condividere la gioia di incontrarsi e di comunicare.
Quando ci decideremo a rifare queste saldature essenziali in modo da riscoprire l’uomo nella sua totalità, così come Dio lo ha pensato e ha deciso di farlo diventare, mandando il suo Figlio a mostrarne la fattibilità?
Abbiamo separato per secoli il corpo dallo spirito e non siamo più capaci di ritrovare l’unione e l’armonia, specialmente nelle nostre celebrazioni eucaristiche, pensate per essere la manifestazione e la sublimazione dell’umano abitato da Dio.
Quando avremo delle celebrazioni eucaristiche piene di umanità buona, capace di lodare e ringraziare il Signore, ma anche di non estraniarci dagli altri e poterci unire a tutti con amicizia e cordialità, guardandoci negli occhi e facendo fronte comune alle esigenze della giustizia e dellacarità, che incontriamo dentro e fuori della chiesa? I riti non sono giochi di prestigio, ma gesti in cui le parole trovano casa e ciò che è umano è assunto da Dio per riversarlo, trasfigurato, nel cuore e nella vita dei presenti. Tocca poi a noi mostrarli nel concreto.

Domenica prossima

VII Rassegna Organistica -Concerto Finale
Riprenderemo domenica 22 con la Classe di Organo del Conservatorio “B. Marcello” di Venezia. L’Associazione Grande Organo di S. Rita ha inteso coronare la manifestazione di quest’anno offrendo ai giovani allievi del Conservatorio, appena diplomati o in corsa per il diploma, (7 in tutto), l’opportunità di esibirsi e di manifestare il loro talento.
è un riconoscimento doveroso al loro lungo percorso formativo e all’abilità acquisita per un impiego professionale nelle parrocchie e nelle scuole e magari anche per diventare grandi interpreti di musica d’organo.
Saranno assistiti dal loro maestro Gianluca Libertucci, organista di S. Pietro in Vaticano e insegnante d’organo al Conservatorio di Venezia. Avranno pure il piacere di avere come ospite e uditore Mons. Giuseppe Liberto, ex direttore della Cappella Sistina di S. Pietro. Tutti siamo invitati.

Progetto Gemma
La mamma di Roma che stiamo aiutando ha dato alla luce due gemelli: SANTIAGO E ILARY, venuti alla luce il 20 settembre scorso prematuramente ma in buona salute. Dio li benedica e li protegga.

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