Da “PROPOSTA” – 15 ottobre 2017

Da “PROPOSTA” – 15 ottobre 2017
settimanale della parrocchia di San Giorgio di Chirignago

Proposta è un bollettino parrocchiale tutto da leggere o, meglio ancora, che si è “costretti” a leggere tutto.

Di questa settimana segnalo l’articolo di don Sandro Vigani, altra bellissima penna, che ha cominciato la sua collaborazione a Chirignago. Bella l’immagine del sentirsi un garzone di una bottega quanto mai viva. Ce ne fossero tante di queste “botteghe” e gli “apprendisti” facessero tutti un’esperienza in una parrocchia viva come quella di Chirignago!

Segnalo pure l’articolo col quale don Roberto, il parroco, riferisce sul suo primo mese senza cappellano e soprattutto il finale di questo articolo da cui apprendo che alla messa del mercoledì, celebrata alle 6,30 del mattino, si conta la presenza di 46 giovani più alcuni adulti, tanto che si è arrivati a 60 comunioni. E’ vero: la fortuna aiuta gli audaci!

 

LE PRIME IMPRESSIONI DI DON SANDRO

Mi piace pensare alla parrocchia come alle botteghe di un tempo – quella del falegname, del barbiere, del fabbro…- dove fin da bambini si andava ad imparare un mestiere. Vivendo gomito a gomito con gli adulti, si rubavano con gli occhi i segreti del lavoro che spesso ci avrebbe accompagnato per tutta l’esistenza e assieme si imparava il mestiere della vita.
Questa era la scuola vera, quella che introduceva giorno dopo giorno, attraverso l’esperienza concreta, alle cose importanti della vita. Una vecchia bottega, dove gli adulti trasmettono ciò che vivono ai giovani e ai bambini, dove la reciproca testimonianza diventa giorno dopo giorno la consegna della fede alle nuove generazioni e assieme la consegna di uno stile di vita veramente evangelico: così, penso, dovrebbe essere la comunità cristiana! Una bottega artigianale, perché la parrocchia non è un’azienda, il prete non è un manager né un funzionario, i laici non sono dei dipendenti… ma soprattutto perché la fede passa attraverso la ricchezza umana di ciascun appartenente alla comunità.
In questi ultimi vent’anni e più nella Chiesa italiana si è parlato all’infinito di Nuova Evangelizzazione, di Comunità Educanti, di nuove strategie per diffondere il Vangelo. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: spesso non siamo riusciti a muovere un passo avanti. C’è voluto papa Francesco per aprirci ad orizzonti diversi, più semplici ed impegnativi allo stesso tempo. Lo stile familiare, lo sguardo attento alle relazioni umane, la consapevolezza che ciascuno è importante, l’importanza dell’incontro personale, la gioia nel vivere la vita di gruppo, impegni forti e seri accanto alla festa e alla leggerezza: è tutto questo che costruisce la comunità cristiana.
Vi chiederete perché insisto sull’immagine della “bottega”. Perché in questi primi mesi nei quali frequento la parrocchia di Chirignago mi è parsa fin da subito quella che meglio esprime l’identità di questa nostra comunità. Forse sarà perché il parroco, don Roberto, è figlio di un falegname e conosce bene il lavoro di bottega (tra i preti è conosciuto col soprannome del padre: Tillio Toea), continua a fare la visita alle famiglie e cento altre cose che altri preti non fanno più. Forse perché Chirignago ha ancora la dimensione del paese.
O forse perché… sì certo, per questo! come dice Gesù, a chi ha – cioè a chi fa, a chi cerca di far fruttare i talenti che gli sono stati dati, con un impegno concreto e perseverante – sarà dato e sarà nell’abbondanza! Sono nella vostra parrocchia da pochi mesi, eppure per molte persone è come se fossi da tanto tempo. Sento l’umanità attraverso la quale passa la fede nelle messe, sempre ‘strapiene’, di persone sorridenti che si sentono famiglia. Sento lo stesso clima familiare nei gruppi di giovani numerosi, sento una verità, un qualcosa che mi ricorda le tante esperienze vere che ho vissuto nella mia vita.
Le sento perfino nel profumo del legno che in questo inizio di autunno brucia nelle stube del patronato e della Canonica.
GRAZIE

Don Sandro

IL PRIMO MESE.

E’ passato ormai un mese da quando don Andrea ci ha lasciati per quel di Venezia. Come è andata?
Credo che sia giusto che la comunità sia informata di come il parroco sta vivendo questo primo periodo. Innanzitutto grazie a don Sandro e a Katia per la loro presenza indispensabile. Sono davvero bravi. E poi grazie a tutti coloro che in questo tempo hanno fatto, puntualmente e generosamente la loro parte. Io sto vivendo bene questo passaggio. Sono sereno (con qualche piccola arrabbiatina), e anche contento.
Vedo che le cose vanno, e che, con la collaborazione di tutti, si può vivere (e non solo sopravvivere). I giorni più difficili sono il martedì, il mercoledì ed il sabato, perché sono giorni di catechismo dei bambini e dei ragazzi.
Una fatica non indifferente sono i funerali: pensate, siamo già a 77 in quest’anno, quando lo scorso a questo numero siamo arrivati alla fine dell’anno (è per questo che sono restio a celebrare funerali di persone che abitavano fuori parrocchia). Per i resto, non c’è male.
Ma continuo a contare sulla collaborazione e sull’affetto di tutti.

Don Roberto Trevisiol

P.S.:
Solo una raccomandazione: quando ci sono più persone che abbino bisogno di parlarmi, un po’ di pazienza. Con un po’ di calma si arriva a tutti

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