Televenezia

In Via Piraghetto, nella sede di Televenezia, c’ero già stato in precedenza per un’intervista però, quando un ex generale dei carabinieri che collabora con quell’emittente mi ha chiesto di partecipare ad una rubrica che lui conduce, ho accettato subito e con entusiasmo.

Avevo un rospo nell’animo che non sapevo come buttare fuori e finalmente l’intervista televisiva mi permetteva di chiarire ai miei concittadini la vicenda dei profughi, dell’aiuto ai poveri di casa nostra e del pasticcio che è nato quando don Gianni, presidente della Fondazione Carpinetum, ha comunicato alla stampa che al Don Vecchi non abbiamo pensato solamente ai profughi, mettendo a loro disposizione due alloggi, ma anche ai poveri di casa nostra con l’apertura del ristorante che offrirà la cena ai concittadini che soffrono in silenzio e con dignità. La stampa ha dato un’interpretazione faziosa e reazionaria di questo annuncio quasi che la Fondazione volesse scusarsi con Salvini per aver pensato ai profughi e non alla nostra gente.

Spero che i miei successivi interventi al Gazzettino, al Corriere del Veneto, a Raitre, a Telechiara, a Rete Veneta e a Televenezia e la lettera che ho inviato a tutti i parroci e agli operatori sociali della città abbiano rimesso le cose a posto. La Fondazione non fa solo chiacchiere, come sta facendo Salvini, ma fatti: attualmente ha messo a disposizione degli anziani poveri quattrocento appartamenti e offre aiuto a più di tremila famiglie distribuendo vestiti, mobili, frutta, verdura, generi alimentari dimostrando abbondantemente, se mai ce ne fosse bisogno, la sua attenzione e il suo impegno concreto nei confronti della povera gente mestrina, italiana, dei paesi dell’Est e della sponda africana e ora, con il ristorante, sarà offerta la cena a centodieci famiglie in difficoltà indipendentemente dal colore della pelle e dalla religione professata.

L’opportunità di parlare per mezz’ora a ruota libera dagli studi di Televenezia comunque mi ha permesso di affermare, in modo chiaro e senza ambiguità, che la solidarietà deve essere per tutti altrimenti non è assolutamente solidarietà e che atteggiamenti razzisti, discriminatori, ed egoisti sono una autentica infamia per chi li promuove ma anche per chi li custodisce nel proprio animo.

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