Maretta!

I miei amici della carta stampata certamente sanno che io, da settimane, andavo “suggerendo” a Papa Francesco di “comandare” a tutti i parroci d’Italia e d’Europa di ospitare una o più famiglie di profughi in rapporto all’entità della loro parrocchia. Una parrocchietta di cinquecento anime potrebbe offrire un appartamento mentre una di cinquemila potrebbe offrirne due, tre o anche cinque.

Non mi si dica che le parrocchie non hanno soldi perché non è vero. Io sono stato parroco per trentacinque anni della parrocchia di Carpenedo, parrocchia composta da modesti operai e tutti possono vedere quello che essa è riuscita a fare con il loro generoso contributo: i Centri Don Vecchi, l’asilo, il patronato, la casa in montagna per i ragazzi, quella in collina per i vecchi ed altro ancora. Si tratta sempre di coerenza, di trasparenza, di spirito di sacrificio, di fiducia nella Provvidenza ma soprattutto di amore verso il prossimo.
So che ancora una volta qualcuno, che non vuole impegnarsi, mi accuserà di autoreferenzialità. Non m’importa un fico secco! Ricambio affermando che questa gente non è coerente con l’insegnamento di Cristo “ama il prossimo tuo come te stesso” e non vuole impegnarsi per non avere grane.

Neanche a farlo apposta il Papa ha fatto la scelta che io gli “avevo suggerito”. Mi aspettavo che la stampa e le televisioni avrebbero provato un certo imbarazzo nel riferire la gara di generosità dei vescovi e dei parroci impegnati, gli uni a superare gli altri, nel mettere a disposizione alloggi di proprietà o presi in affitto: purtroppo però non è successo niente di tutto questo. Il Papa ha anche dato l’esempio offrendo due appartamenti attraverso le due parrocchie che sono in Vaticano, ma né la parola né l’esempio del Pontefice pare abbiano prodotto un granché.

Ho letto con rammarico la presa di posizione del Cardinal Cafarra di Bologna, le sue parole mi hanno sorpreso, deluso e indignato ma ancora di più mi hanno sorpreso, deluso e indignato le parole di un parroco leghista o peggio ancora razzista. La parola e la testimonianza di Papa Francesco stanno assumendo la funzione di vaglio sulla serietà, sulla coerenza e sulla fede dei cardinali, dei vescovi, dei parroci, dei frati e delle suore. Le parole di Gesù: “Non chi dice Signore, Signore entrerà nel Regno dei Cieli ma chi fa la volontà del Padre” sono di estrema attualità. L’amore verso Cristo e verso il suo Vicario non si dimostra con parole altisonanti o con le ammucchiate in piazza San Pietro di cardinali, vescovi e preti ma con l’accettazione della guida di un Papa che crede veramente al Vangelo di Gesù.

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