Sono andato a mendicare!

Oggi ho dedicato la mattinata a fare il mendicante e per farlo ho dovuto perfino annullare la Messa che celebro ogni giorno in cimitero. È vero che in passato ci sono stati preti come don Marella di Pellestrina, che quotidianamente si metteva in un angolo di una delle strade più trafficate di Bologna per chiedere la carità necessaria a mantenere i poveri della “Città dei Ragazzi” che egli aveva fondato ai margini della città attorno agli anni ’30-’40, confesso però che a me è costato quanto mai mendicare presso un funzionario della Regione il permesso di poter continuare a distribuire i vestiti alla folla di concittadini e di extracomunitari che per potersi vestire decentemente accedono “all’ipermercato degli indumenti” del Polo Solidale del Don Vecchi. Mi è costato tanto perché l’ente pubblico, che in questo caso è la Regione, invece di favorire ed aiutare queste associazioni di volontariato del privato sociale, che rappresentano in assoluto il meglio della nostra società, mettono loro i bastoni fra le ruote, con imposizioni banali, assurde ed inconcepibili usando le leggi come un capestro piuttosto che come uno strumento per aiutare i più poveri.

Sono stato in Regione dove come sempre ho incontrato una marea di impiegati e di dirigenti che la comunità purtroppo paga per creare grane piuttosto che per risolvere i problemi. Io sono certamente un povero “Nàne” ma da sessant’anni bazzico tra i poveri e i volontari e potrei aprire una scuola, non solamente per gli impiegati ma anche per i dirigenti, per insegnare a questi funzionari tutto sui poveri e sulle persone che si occupano di loro. In più di un’occasione mi sono trovato davanti a persone assolutamente incompetenti, amanti delle carte con le quali si trastullano da mane a sera, e purtroppo, per amore della povera gente, ho dovuto “mangiare il rospo” e sono stato costretto ad assecondarli perché hanno loro il coltello dalla parte del manico.

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